Dome of the Al-Aqsa Mosque in Jerusalem

WIKIMEDIA COMMONS

Appello per il libero accesso alla moschea di Al Aqsa

Lo lanciano i Capi delle Chiese di Gerusalemme alle autorità israeliane, dopo che queste ultime a seguito di incidenti hanno consentito l’accesso soltanto ai maggiori di 40 anni

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Le recenti violenze avvenute sulla Spianata delle Moschee negli scontri tra polizia israeliana e palestinesi sono fonte di “seria preoccupazione” per i Capi delle Chiese di Gerusalemme. Di qui, in un comunicato diffuso dalle fonti ufficiali del patriarcato latino di Gerusalemme e ripreso dall’agenzia Fides, si esprime ferma condanna per le iniziative con cui si punta a manomettere le regole codificate che presiedono all’accesso e alla gestione dei Luoghi santi. Negli ultimi giorni, le forze dell’ordine israeliane avevano consentito l’accesso solo agli adulti con età superiore ai quarant’anni.

“I musulmani – si legge nel comunicato – hanno il diritto di libero accesso e di culto presso la moschea di Al Aqsa”. I leader cristiani ribadiscono che i Luoghi Santi “hanno bisogno di protezione vigile e costante”, e richiamano anche il ruolo di custode dei Luoghi Santi musulmani a Gerusalemme riconosciuto alla Giordania e sancito anche dal trattato di pace sottoscritto tra Stato ebraico e Regno Hascemita nel 1994. Il comunicato è sottoscritto da 13 patriarchi, vescovi e Capi di Chiese e comunità cristiane presenti a Gerusalemme, compresi il patriarca greco ortodosso Theophilos III, il patriarca latino Fouad Twal e padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa,

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ZENIT Staff

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