Mentre seguivamo una lezione di nuoto, siamo scoppiati in una fragorosa risata. L’istruttore uscì con questa curiosa espressione rivolta a Toni che non galleggiava per troppa rigidità: “devi imparare a fare il morto”.
Ad ogni occasione, divertiti ci ripetevamo l’un l’altro, come per ripassarci una lezione: “fa’ il morto”.
Di tanto in tanto, tra amici, siamo soliti confidarci il positivo, ma anche il negativo, le paure della vita, spronandoci a vicenda per superarle: “fa il morto”.
Nella vita ci sono periodi più o meno burrascosi, che si tende a gestire con la propria ragione, a controllare con le proprie forze… Insomma si vuole stare al sicuro “dove si tocca”.
Ma si attraversano momenti, e spesso molto lunghi, in cui tu non puoi più nulla, non capisci nessun perché, non tocchi nessuna certezza, non vedi nessuna luce, anzi sei addirittura nella disperazione.
Proprio in questi momenti ti è chiesto di fidarti “ciecamente” di Dio, di buttarti “a peso morto” fra le sue braccia. Finalmente coglierai, sperimenterai quanto sono fluttuanti le certezze umane e quanto invece tu sei “casa fondata sulla roccia” navigando fra le braccia di Dio.
Ciao da p. Andrea
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