L’arte, come si legge dal Manifesto dell’Accademia Urbana delle Arti, può e deve riportare la verità e il bene all’interno della città, dentro l’organismo urbano dal quale sembra essere sparita ogni sorta di devozione, condivisione e commissione di bellezza. Lo deve fare attraverso le armi della dottrina e della scienza, ovvero attraverso una forte azione educativa sul territorio. In tempi nei quali la meritocrazia è definita “antidemocratica” e l’arte “democratica” è solo quella commerciale, spinta verso il basso (di tecnica e di contenuti) dal lavoro disorientante delle gallerie e dei curatori incapaci, o inadeguati, a sostenere il peso e la necessità da una parte della Bellezza e dall’altra dell’Avanguardia, l’istituzione di corsi d’arte capaci di unire ricerca e conoscenza pratica e studio teorico è un inatteso e positivo avvenimento. Promotore è il maestro Rodolfo Papa che ha messo a disposizione la sua competenza d’artista e di storico, e il suo Studio d’Arte, per l’attivazione di tre specifici corsi: Tecniche del disegno, Tecniche pittoriche e Arte Sacra, quali aggiornamento e formazione per gli artisti. Abbiamo pertanto voluto rivolgergli alcune domande.
Nel Padiglione della Santa Sede alla prossima Biennale di Venezia il tema selezionato è stato quello della parabola del Buon Samaritano, ovvero del “Dio fatto carne che soccorre l’uomo ferito, segnato dalla morte e dalla fragilità”. L’arte soccorre l’uomo e, soprattutto, gli artisti si possono soccorrere vicendevolmente attraverso lo studio e l’approfondimento, seguendo anche il consiglio di Leonardo De Vinci -«Dico e confermo che ‘l disegnare in compagnia è molto meglio che solo, per molte ragioni» Leonardo, Libro di pittura, II, 71- che giustamente lei ha inserito come citazione nella descrizione del corso in tecniche del disegno? La salvezza dell’arte parte dal disegno?
Rodolfo Papa: “Il disegno non è solo una attività propedeutica alla pittura né un’attività fine a se stessa, ma consiste principalmente nell’imparare a vedere e a conoscere le cose. Nel mondo attuale, noi abbiamo demandato la conoscenza ad alcuni reparti dell’edificio del sapere, regalando loro l’esclusività. Ma ci sono delle realtà che non possono essere descritte e conosciute esclusivamente dai dati scientifici che sono il prodotto dell’osservazione della realtà. Lyotard fa notare come nella Germania della Repubblica di Weimar, venga definitivamente sancito il superamento della filosofia come guida delle discipline accademiche perché con quella filosofia proposta da von Humboldt di fatto la Germania aveva perso la guerra. Una visione utilitaristica e tecnologista si stava affermando in tutto l’Occidente. La separazione tra conoscenza e bellezza artistica era già stata messa in crisi più di un secolo prima e qui veniva di fatto ratificata. Le esperienze artistiche precedenti alla I Guerra Mondiale, inneggiarono in alcuni movimenti ad una visione “futurista”. Dopo la II Guerra Mondiale, di fatto si suppose che l’espressionismo astratto fosse l’unica possibile soluzione. Ma in realtà, il disegno in tutte le sue accezioni, nella distinzione che ne fa Leonardo prima citata, o in quella che propone Federico Zuccari, rimane sempre la struttura per vedere, conoscere e rappresentare la realtà. Gli approdi formali, nel corso della storia, si sono manifestati come molteplici e, per certi versi, il relativismo contemporaneo avrebbe bisogno di ammetterli tutti e non di escluderli.
“Il disegno costituisce uno strumento conoscitivo efficace perché è capace di cogliere la molteplicità degli aspetti della realtà, il suo dinamismo e la sua varietà, senza rinunciare a coglierne il significato unitario.
“Nel mio corso, intendo mettere lo studente, di qualunque livello e capacità, di fronte alla realtà, usando la matita come uno strumento conoscitivo e rappresentativo, esaltando quel legame mente-occhi-mano di cui Leonardo è maestro.”
Dalle pagine del quotidiano Rinascita Guttuso, analizzando la figura di De Chirico, scriveva dell’importanza della Pittura, nel senso più profondo del termine in quanto Unità fuori da schemi critici contemporanei, colpevoli invece di revisioni ideologiche. Cito «Si suole guardare a Piero, a fra’ Angelico, a Grunewald con un occhio che abbia imparato da Cézanne ciò che è bene e ciò che non è bene. Cézanne ci ha insegnato molte cose; la pittura non vive solo di Cézanne». Lo stesso De Chirico affermava che non era tollerata l’ignoranza in un pittore. Oggi vi è la tendenza negli artisti a dimenticare, o mettere da parte, la competenza tecnica, richiamandosi appunto alle opere e allo stile di maestri storici contemporanei –vedi Cézanne- che da par loro erano perfettamente capaci di miscelare dei colori o preparare una tela. Ciò porta sovente a risultati espressivi di scarsa qualità. Su quali competenze vuole lavorare nel suo corso di tecniche pittoriche?
Rodolfo Papa: “Vorrei che ciascuno sviluppasse conoscenze, competenze e abilità a 360 gradi.
“Innanzitutto, le competenze proprie delle tecniche pittoriche si fondano, come detto, sul disegno.
“Occorre inoltre sapersi confrontare con le tecniche classiche, comprenderle, capirle, impararle, e poi imparare anche a sperimentare: saper utilizzare materiali classici ma anche, laddove sia possibile, nuovi materiali; imparare anche a preparare i propri colori e non solo acquistarli.
“Gli artisti hanno sempre inventato i loro colori. Del resto, la capacità di inventare tecniche, strumenti, mezzi, addirittura colori, è propria di tutte le epoche.
“Anche se il corso è collettivo, il percorso di ciascuno è personale.
“Si parte dall’imparare un metodo base, privilegiando la pittura ad olio, fornendo una tavolozza base e insegnando le varie combinazioni. Padroneggiare questo può anche richiedere un intero anno. Si può poi passare eventualmente ad altre tecniche, quali tempera, acquerello, acrilico, ma questo dipende anche dagli allievi.
“Si insegnerà anche a preparare la tela, con tutte le varie fasi.”
«Si raccomanda inoltre di istituire scuole o accademie di arte sacra per la formazione degli artisti, dove ciò sembrerà opportuno. Tutti gli artisti, poi, che guidati dal loro talento intendono glorificare Dio nella santa Chiesa, ricordino sempre che la loro attività è in certo modo una sacra imitazione di Dio creatore e che le loro opere sono destinate al culto cattolico, alla edificazione, alla pietà e alla formazione religiosa dei fedeli». Lei ha voluto inserire questo passo tratto dalla costituzione Sacrosanctum Concilium (n. 127): “Formazione degli artisti”- quale premessa al suo corso in Arti Sacre. Su tale argomento, si veda a riguardo anche il suo celebre testo Discorsi sull’arte sacra, ha speso molte e importanti riflessioni. A suo avviso qual è, in questo campo, l’urgenza alla quale far fronte sul piano didattico?
Rodolfo Papa: “Questo corso è indicato per giovani artisti che abbiano già un’ottima preparazione tecnica, nel disegno, nelle varie tecniche pittoriche, perché principalmente non è un corso formale. L’obiettivo è apprendere tutto ciò che è necessario per poter affrontare la delicata questione dell’arte sacra: dunque i contenuti del Magistero, un profondissimo studio di iconologia e iconografia, composizione, poggiando ovviamente sui presupposti di una conoscenza storica e teologica del Cristianesimo.
“Potremmo dire che questo è un corso di perfezionamento. Consiste nell’accompagnare gli allievi in un percorso di formazione in grado di far comprendere loro la complessità e la grande difficoltà di questa particolare branca della disciplina artistica.
“Per maggiori informazioni, rimando al sito, completamente rinnovato, www.rodolfopapa.it .”