È una miscellanea di rimandi e citazioni il discorso che Papa Francesco rivolge ai partecipanti al Simposio promosso dalla Specola vaticana, ricevuti stamane nel Palazzo Apostolico vaticano. Bergoglio richiama anzitutto le parole con cui Pio XI inaugurò la Nuova Specola, il 29 settembre 1935, “Deum Creatorem venite adoremus”, oggi incise nel marmo sul muro di una delle cupole dei telescopi nella Residenza Papale di Castel Gandolfo.
Poi cita la sua Enciclica Laudato Si’, affermando che “in effetti, l’universo è qualcosa di più che un problema scientifico da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode. Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi”. Ancora, il Santo Padre ricorda Sant’Ignazio di Loyola che “capiva molto bene questo linguaggio”, la cui “consolazione più grande – come egli stesso raccontò nella sua Autobiografia – era guardare il cielo e le stelle perché questo gli faceva sentire un grandissimo desiderio di servire il Signore”. Con la rifondazione della Specola a Castel Gandolfo, Pio XI stabilì infatti anche che la sua gestione fosse affidata alla Compagnia di Gesù.
Nella riflessione del Pontefice, non poteva mancare poi il discorso che Benedetto XVI rivolse proprio ai padri dell’ultima Congregazione Generale della Compagnia di Gesù, in cui segnalava “che la Chiesa ha urgente bisogno di religiosi che dedichino la loro vita a stare proprio sulle frontiere tra la fede e il sapere umano, la fede e la scienza moderna”. Persone come gli astronomi e matematici gesuiti del Collegio Romano, “dal padre Cristoph Clavius al padre Angelo Secchi, passando dal padre Matteo Ricci e tanti altri”, sull’esempio dei quali gli astronomi della Specola hanno percorso in tutti questi anni “cammini di ricerca, cammini creativi”.
Spostando lo sguardo al presente, il Papa esprime invece il plauso per l’incontro di questi giorni, in cui “padri e fratelli, insieme agli studiosi associati, vi siete radunati per trattare delle vostre ricerche e sui temi che riguardano il dialogo tra scienza e religione”. A tal proposito, fa riecheggiare l’esortazione di San Giovanni Paolo II contenuta nella Lettera al padre George V. Coyne, il 1° giugno 1988, in cui il Pontefice polacco affermava: “Ciò che è importante è che il dialogo deve continuare e progredire in profondità e in ampiezza”. E si domandava: “È pronta la comunità delle religioni del mondo, la Chiesa inclusa, ad entrare in un dialogo sempre più approfondito con la comunità scientifica, un dialogo che, salvaguardando l’integrità sia della religione sia della scienza, promuova allo stesso tempo il progresso di entrambe?”.
“Nel contesto del dialogo interreligioso – incalza Bergoglio – oggi più urgente che mai, la ricerca scientifica sull’universo può offrire una prospettiva unica, condivisa da credenti e non credenti, che aiuti a raggiungere una migliore comprensione religiosa della creazione”. In questo senso le Scuole di Astrofisica, che la Specola ha organizzato negli ultimi 30 anni, sono, secondo il Santo Padre, “una preziosa opportunità in cui giovani astronomi di tutto il mondo dialogano e collaborano nella ricerca della verità”.
E sulla “importanza di comunicare che la Chiesa e i suoi pastori abbracciano, incoraggiano e promuovono l’autentica scienza” – come sottolineava Leone XIII nel Motu Proprio Ut mysticam – argomento discusso durante il convegno, il Papa evidenzia che è fondamentale che i membri della Specola condividano “il dono della conoscenza scientifica dell’universo con la gente, dando gratis ciò che gratis avete ricevuto”. Di qui l’incoraggiamento “a continuare il cammino con i vostri colleghi, e con quanti condividono l’entusiasmo e la fatica dell’esplorazione dell’universo. È un viaggio che fate anche in compagnia degli impiegati della Specola, di benefattori e amici, e di tante persone di buona volontà”, afferma Papa Francesco. E conclude con un altro suggestivo passaggio della Laudato Si‘: “Sì, tutti siamo in viaggio verso la casa comune del cielo, dove potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo”.
Sempre questa mattina, il Papa ha nominato direttore della Specola Vaticana fratel Guy Joseph Consolmagno. Statunitense, astronomo di fama internazionale insignito di diversi riconoscimenti, Consolmagno era già membro della Specola, e presidente della Vatican Observatory Foundation.