Il bilancio provvisorio è di otto persone morte. La causa è il terremoto di magnitudo 8.3 sulla scala Richter che ha colpito ieri sera la zona centrale del Cile. La protezione civile ha lanciato un allarme tsunami, che vale anche per Perù, Hawaii e isola di Pasqua, ordinando l’immediata evacuazione delle zone costiere. Sono circa un milione le persone costrette ad allontanarsi dai territori a rischio.
La zona del Paese più colpita è stata Illapel, citta di 31mila abitanti che ha visto crollare la maggior parte delle abitazioni. Il terremoto, che è stato avvertito anche in numerose regioni dell’Argentina, ha provocato il panico in numerose città del Paese, nella regione di Coquimbo e in quella di Valparaiso, dove la gente si è riversata in strada “correndo in ogni direzione”, hanno riferito alcuni tetsimoni. Dal Pacifico, la scossa è sembrata voler raggiungere persino l’Atlantico, attraversando il continente, visto che i riflessi del sisma sono stati sentiti anche in Uruguay e Brasile.
La regione è ad alto rischio sismico, giacché al largo della costa cilena è presente la placca tettonica di Nazca. Il Cile è stato colpito più volte, nel corso della storia, da violenti terremoti. Nel 1960, un terremoto di magnitudo 9,5 causò la morte di più di 5mila persone ed è considerato l’evento sismico più forte mai registrato nella storia. Il sisma più intenso degli ultimi anni è stato quello del 27 febbraio 2010. Fu registrata una magnitudo di 8,8. Più di cinquecento persone morirono e circa 220mila abitazioni furono distrutte, anche a causa dello tsunami dovuto alle scosse. Il più recente, di magnitudo 8,2, è stato avvertito nell’aprile 2014.