“Ma noi cristiani crediamo ancora nella capacità della fede che abbiamo ricevuto di esercitare un’attrattiva su coloro che incontriamo e nel fascino vincente della sua bellezza disarmata?”. Così don Julián Carrón concludeva un suo intervento su un quotidiano italiano dopo la strage di Charlie Hebdo. E proprio «la bellezza disarmata» del cristianesimo dà il titolo a questa raccolta di riflessioni che non solo hanno segnato la storia del movimento di CL in questi dieci anni dalla scomparsa del fondatore, il Servo di Dio don Luigi Giussani, ma sono entrati con umiltà e coraggio nel dialogo pubblico e nelle ferite profonde del nostro tempo. Il terrorismo, le persecuzioni dei cristiani, la crisi economica, l’Europa e la politica, l’emergenza educativa, il dramma delle migrazioni, perfino le debolezze e gli errori commessi da persone di CL: Julián Carrón non si sottrae alla domanda profonda che queste sfide pongono all’esperienza della fede e al carisma di don Giussani.
Al contrario, affonda lo sguardo alla radice di esse, in quel “crollo delle evidenze” in cui Papa Benedetto XVI ha magistralmente sintetizzato la crisi antropologica dell’Occidente odierno e che corrode anche il cristianesimo, se si lascia ridurre a ideologia invece che riproporsi come esperienza, come avvenimento sperimentabile e corrispondente al cuore dell’uomo. Nel crollo delle evidenze, dice Carrón lungo la riflessione condotta in questi dieci anni con e per gli amici di Comunione e Liberazione ma anche “per tutti i nostri fratelli uomini”, l’urto provocatorio della realtà continua a essere la via maestra e misteriosamente provvidente che ridesta nell’io la vertiginosa domanda di verità e di significato, anche per chi crede. “L’unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere sempre e intensamente il reale, senza rinnegare e dimenticare nulla” scriveva don Giussani nel suo libro più famoso, Il senso religioso, e il suo successore scommette totalmente su questo magistero della realtà che sottopone anche la fede alla verifica dell’esperienza. Solo se l’avvenimento cristiano si dimostra capace di risvegliare l’io, di farlo rinascere in tutte le sue dimensioni – ragione, affezione, libertà – e di mantenerlo nella posizione adeguata per affrontare l’intera esistenza, con le sue prove e la sua problematicità, può risultare credibile e suscitare l’interesse dell’uomo contemporaneo.
Per questo Carrón mette l’accento sulla fede come testimonianza di un io afferrato dall’amore di Cristo: come ricorda Papa Francesco, «solo così si può proporre nella sua forza, nella sua bellezza, nella sua semplicità, l’annuncio liberante dell’amore di Dio e della salvezza che Cristo ci offre». Qui è tutta la stoffa della presenza cristiana nel mondo e così l’incontro con i “testimoni” di Gesù, oggi come duemila anni fa, continua a essere possibilità presente e viva che la domanda che urge nel cuore di ogni uomo trovi finalmente il suo compimento. Che cosa infatti può strappare al nulla omologante e riaprire alla speranza? Solo l’incontro con persone nella cui vita si documentino una coscienza nuova e più profonda di sé e della realtà, in tutte le dimensioni del vivere (educazione, famiglia, lavoro, politica), un desiderio interamente dispiegato, una capacità di gratuità, di letizia e di costruttività normalmente irreperibili, perché originati dal dono di un Altro. Non è forse questo l’incontro che tutti anche inconsapevolmente attendiamo? Questo è allora il contributo che i cristiani sono chiamati a dare oggi più che mai: la testimonianza di una «bellezza disarmata», di una pienezza di vita possibile, perché salvata da Cristo.
La bellezza disarmata propone gli elementi essenziali della riflessione di don Julián Carrón a partire dal 2005, anno della sua elezione a presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, dopo che don Giussani stesso, l’anno prima, lo aveva chiamato dalla Spagna a condividere con lui la responsabilità di guida del movimento. Gli scritti, nati in occasioni diverse, sono stati ampiamente rielaborati e ordinati dall’autore per offrire il contributo di una esperienza di vita a chiunque sia alla ricerca di ragioni adeguate per vivere e costruire spazi di libertà e di convivenza in una società pluralistica. Come scrive l’autore: “Non c’è altro accesso alla verità se non attraverso la libertà. La storia è lo spazio del dialogo nella libertà: che non vuol dire spazio vuoto, deserto di proposte di vita. Perché del nulla non si vive. Nessuno può stare in piedi, avere un rapporto costruttivo con la realtà, senza qualcosa per cui valga la pena vivere”. Il volume è in distribuzione nelle librerie al prezzo di copertina di 18 euro a partire dal 17 settembre.