Francesco benedice una statua di 4 metri in bronzo di Maria dolens

L’opera dello scultore Luciano Capriotti accompagnerà la campana di pace di Rovereto. Presenti all’Udienza pellegrini disabili da Bethlemme e la nipote del card. Pironio

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Alle spalle del Pontefice, oggi, durante l’Udienza generale del mercoledì, sul sagrato di San Pietro, si stagliava nei suoi quattro metri una statua raffigurante Maria Dolens in bronzo, opera dello scultore romano Luciano Capriotti. Questa moderna rappresentazione della Pietà è stata presentata dall’arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, al Papa che l’ha benedetta. Essa farà da eco ai rintocchi di pace della famosa campana Maria dolens di Rovereto, dal 4 ottobre, festa di San Francesco,

Come spiega lo scultore a L’Osservatore Romano, l’opera “ha tante significative letture che richiamano il valore universale della pace”. La sua nascita è dovuta in particolare all’intuizione di Robol, il quale ha fortemente voluto che fosse l’arte contemporanea a simboleggiare, prima in piazza San Pietro e poi nella sede di Rovereto, la vocazione alla pace della Fondazione opera campana dei caduti. Una vocazione che ha radici antiche: l’evento di oggi, infatti, giunge a 90 anni dal primo rintocco di Maria dolens, e a 50 anni da quando Paolo VI, il 31 ottobre 1965, benedì in piazza San Pietro la campana di pace.

All’Udienza – informa sempre il quotidiano  erano presenti poi dieci giovani disabili di Betlemme, accompagnati dal francescano Ibrahim Faltas, della Custodia di Terra Santa, e accolti da monsignor Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto. Si tratta di due bambini del  Caritas baby hospital, adottati da famiglie di San Marino, spiega il francescano, aggiungendo che i ragazzi hanno voluto “ricambiare la visita compiuta da Papa Francesco nel maggio 2014”. Ora il gruppo partirà alla volta di Milano dove, sabato 19 settembre, parteciperà alla Giornata della Palestina nell’ambito dell’Expo.

Vestiti con i loro abiti tradizionali e con i loro antichi vessilli, hanno salutato oggi il Santo Padre anche i rappresentanti della Belenský Asistentský Spolok della parrocchia di Spišská Belá della diocesi slovacca di Spiš, accompagnati dal parroco don Peter Petrák. Fondata nel 1506, “quest’associazione cattolica non è mai venuta meno all’impegno di accompagnare le processioni del Corpus Domini e della Via Crucis, come ogni altro rito religioso, nonostante le persecuzioni e pagando anche di persona, come nel tempo della riforma”.

Presentata a Papa Francesco, poi, la mostra al Braccio di Carlo Magno «Una benedizione reciproca. Papa Giovanni Paolo II e il popolo ebraico», esposizione che – spiega il curatore William Madges – è “un viaggio attraverso il passato ma con uno sguardo verso il futuro” e che “attraverso fotografie, immagini, manufatti artistici e suoni” ripercorre il rapporto tra Karol Wojtyła e la comunità ebraica. In precedenza la mostra era stata allestita anche a New York, Los Angeles, Chicago e Filadelfia.

Tra gli italiani presenti erano presenti i fedeli della diocesi pugliese di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti che celebrano l’Anno innocenziano. Tra gli argentini, invece, c’erano i giocatori della fondazione Rugby Sin Fronteras in volo per Londra dove giocheranno nello stadio Richmond, il 21 settembre, una partita nel segno della riconciliazione dopo la guerra delle Malvinas. Al match parteciperanno anche alcuni veterani che hanno combattuto su fronti opposti in quel conflitto, insieme con atleti famosi. Con loro anche le delegazioni di operatori dell’ospedale pediatrico Garrahan di Buenos Aires e della fondazione che si occupa dei bambini in difficoltà a Rosario, e Amalia Pironio, nipote dell’indimenticato cardinale argentino, morto nel 1998, di cui è in corso la causa di beatificazione.

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ZENIT Staff

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