Parte la prima fase dell’impegno della diocesi di Roma sul tema dell’accoglienza ai profughi dopo l’appello rivolto dal Papa alle comunità cristiane di tutta Europa. Impegni prioritari di questo primo step saranno il censimento delle disponibilità per la prima accoglienza di chi arriva in Italia o per il reinserimento sociale di coloro che hanno ottenuto il riconoscimento d’asilo politico e l’organizzazione di incontri di formazione sul tema dell’immigrazione.
L’annuncio è stato dato nella mattina di oggi, lunedì 14 settembre, dal cardinale vicario Agostino Vallini e da monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana, di fronte al clero di Roma riunito nella basilica di San Giovanni in Laterano per il tradizionale incontro di inizio dell’anno pastorale, e fa seguito alla dichiarazione del cardinale Vallini resa nota nei giorni scorsi, dopo una riunione ad hoc del Consiglio Episcopale diocesano e dei direttori degli Uffici del Vicariato. Un grande "appello alla generosità per rendere concreto il Giubileo della misericordia ormai alle porte". Le risposte delle parrocchie romane sono attese entro il 30 settembre.
Referente dell’accoglienza sarà la Caritas diocesana, “interfaccia” con le istituzioni che avranno il compito di inviare i profughi. Soprattutto eritrei, somali e afghani, come emerge dalla peculiare realtà di Roma e dell’Italia rispetto ad altri paesi del Continente. In particolare, uomini o mamme con bambini. Quanto alla formazione, curata dalla Caritas insieme all’Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni, è arrivato alle parrocchie l’invito a "ospitare incontri per sensibilizzare gli operatori pastorali, le famiglie, i giovani sulle complesse tematiche del fenomeno fornendo loro informazioni corrette al fine di evitare ogni sorta di strumentalizzazione".