Ogni volta rimango edificato, quando incontro per strada, un vecchio dal passo incerto, dall’equilibrio instabile, accompagnato da un giovane che “si fa uno” con l’anziano, lo sorregge, si ferma, riprende il cammino con lui, si piega con lui, ride e tace con lui…Lo fa con tale garbo e maestria, gli sta accanto con tale amore che quasi non riesci a capire chi dei due accompagna l’altro.
È quasi un passo di danza di due ballerini che si muovono con tale sintonia, volteggiano con tale leggiadria che non vedi e non noti chi conduca il ballo. È proprio l’atteggiamento di chi si muove amando e lasciandosi amare.
Mi pare, che da questa scena, venga in risalto la straordinaria attrazione suscitata in ogni uomo da Gesù che si è “fatto uno” con la mia debolezza, con il mio limite, con la mia povertà e miseria…”danzando” con me fino ai limiti del peccato.
Questa è la molla che mi ha reso forte della sua forza e mi ha sottratto alla schiavitù della miseria umana; in una parola mi ha convinto che Gesù mi ama “così come sono”. Questa è la molla che mi fa capace di fare altrettanto con gli altri.
Questa è stata anche per Paolo la molla che l’ha spinto a “farsi uno con tutti…debole con i deboli”. Chi è oggetto d’un simile amore ne resta incuriosito e…conquistato.
Ciao da p. Andrea
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