Si è svolto il 5 e 6 settembre all’aeroporto militare di Rivolto (Udine) lo spettacolo aereo in occasione del 55esimo anniversario della Pattuglia Acrobatica Nazionale e dell’11esimo raduno dei piloti pattuglie acrobatiche. Ad assistere alla manifestazione, alla quale hanno partecipato nove pattuglie acrobatiche straniere, più di 450mila persone, a conferma della passione per le Frecce Tricolori e per l’aviazione italiana.
Innumerevoli e significative le azioni di pace e di soccorso che l’aviazione italiana ha svolto e sta svolgendo in tutto il mondo. A questo proposito il Generale di Squadra Aerea Maurizio Lodovisi ha spiegato: “L’Aeronautica Militare ha l’ambizione di mettere a disposizione del cittadino tutte quelle capacità che per loro natura nascono per scopi militari ma che in realtà possono tradursi anche in servizi per la collettività, come ad esempio la meteorologia, la ricerca e soccorso o il trasporto di pazienti altamente infettivi”.
Le Frecce Tricolori, nate nel 1960, sono diventate famose nel mondo per la bravura e la creatività con cui gli italiani volano. Ma quali sono le qualità necessarie per diventare un grande pilota di aerei e per far parte delle Frecce Tricolori?. Nel libro Campioni di vita, edito da Ares e ZENIT books, Massimo Tammaro, già comandante della pattuglia acrobatica, ha raccontato la sua esperienza di vita.
“Posso dirvi con tutta sincerità e onestà, e vado estremamente fiero per questo, che la maggior parte dei miei successi sono stati determinati dal fatto che ho ascoltato altre persone – ha detto -. Non ho fatto di testa mia. Non ho mai pensato di essere di fronte a qualcuno che fosse meno di me. Qualsiasi persona mi sono trovato di fronte ho sempre pensato che avesse qualcosa da insegnarmi. Poteva dirmi qualcosa, dovevo ascoltarlo”.
“Ci sono persone che hanno un talento, – ha precisato – ci sono persone brave, che si impegnano, ma nessuno è superiore agli altri. Non esiste una persona che sa tutto e sa fare tutto. Tutti possono insegnarti qualcosa. Conoscere i propri limiti e capire quando si deve ascoltare, imparare, osservare e anche cambiare idea è estremamente intelligente. La supponenza è un problema serio!”.
Tammaro ha confessato di aver avuto la fortuna di fare cose considerate uniche, come essere un pilota di aerei, guidare la squadra acrobatica più numerosa al mondo, come se non bastasse, quando ha lasciato le Frecce Tricolori, ha iniziato a lavorare per Ferrari.
“Per arrivare al successo ci vogliono tante cose, – ha detto – tra queste conta tanto la famiglia. Ho avuto una famiglia straordinaria, i miei genitori mi hanno dato un’educazione, e alti valori, mi hanno lasciato respirare liberamente, vivere e desiderare quello che per me poteva essere un sogno. Certo, credo di avere avuto fortuna, mi sono impegnato con sacrificio, impegno dedizione, ed ho conosciuto cadute e fallimenti”.
Spesso nella vita si sbaglia, si commettono errori, e si cade e bisogna sapersi rialzare. “Non sembra ma sono caduto tante volte, contrariamente a quello che uno potrebbe pensare guardando la mia storia”. Secondo il già comandante delle Frecce Tricolori “non esiste un successo determinato solo dalle qualità di un singolo. Anche colui che vince come persona singola che va sul podio, è certo che ha avuto un team che l’ha preparato, ha avuto una famiglia che l’ha aiutato, amici e collaboratori che l’hanno sostenuto nella vita”.
“Essere comandante delle Frecce Tricolori non è stato solo merito mio – ha esclamato – ho sempre avuto a fianco persone straordinarie che mi hanno aiutato”. “Sono una persona fortunata – ha ripetuto Tammaro – che ha realizzato sempre i suoi sogni, ed il messaggio che voglio mandare è che tutti devono avere la possibilità e provare a realizzare il proprio sogno”.
“Spesso sento dire da alcuni che ci sono cose troppo difficili da realizzare, diventare pilota delle Frecce Tricolori per esempio. Ebbene vi posso assicurare che, se ci sono riuscito io, ci sono tanti altri ragazzi che possono riuscirci. Avere un sogno non necessariamente significa diventare un campione, ricco e famoso. Conosco tante storie di successo tra i miei amici che hanno semplicemente sognato di avere una bella famiglia, con una bella moglie, dei figli, una casa e un lavoro. Avere una bella famiglia con moglie e figli è uno dei sogni più belli, e spesso si rischia di perdere il senso della realtà quando incontri il successo. Bisogna stare attenti a non perdere queste cose, che sono quelle che hanno più valore nella vita. Puoi essere comandante delle Frecce Tricolori, ma non avere un amico, o non conoscere l’amore, allora sorgono problemi”.
L’invito di Tammaro è “a non far scegliere i propri sogni dalle mode dominanti o farli dettare da qualcun altro. Meglio essere se stessi e seguire nella propria vita quello che sentiamo nel cuore” , perché “è importante essere preparati, essere bravi, molto capaci in quello che si fa, ma la cosa più importante sono i valori di riferimento, la fiducia e gli affetti”.
E ancora: “Ricoprire certe responsabilità necessita di essere un amico vero per tutti, il che significa che non devi essere uno che dice sempre che sei bello, che hai sempre ragione tu e che hai fatto sempre tutto bene. L’amico vero è colui che ti guarda in faccia ed è capace di dirti che stai sbagliando, e che ti vuole bene lo stesso. Questo significa voler bene alla persona. Dire la verità ad una persona a cui vuoi bene può voler dire evitare il suo male futuro”.
In una squadra come le Frecce Tricolori si rischia la vita ogni volta che ci si alza in volo. “Per garantire sicurezza e bellezza conta molto l’attenzione alle persone – spiega -. Non si ottengono risultati se non si sceglie la propria squadra, non la si addestra, non la si forma, non la si organizza con trasparenza, lealtà, rispetto”.
Tutto torna all’umiltà: “Bisogna saper ascoltare le persone, con l’atteggiamento di voler imparare sempre. C’è bisogno di essere umili, guardare negli occhi le persone e capire se hanno bisogno di conforto. Se è successo qualcosa a casa lo devo sapere, così non lo mando in volo e non rischiamo di farci male”.
Del resto, “quando il dirigente deve prendere la decisione, ha un patrimonio incredibile che è la testa ed il cuore dei suoi collaboratori. Il dirigente che si circonda di yes man o non permette ai suoi collaboratori di esprimere la propria opinione, si priva di questo patrimonio eccezionale”.
In conclusione Tammaro ha sostenuto che “il vero campione è quello che permette a chi lo seguirà di fare meglio di lui. Allora sarai veramente un campione, non solo sei stato tra i migliori, ma hai passato il messaggio, hai trasmesso i valori, hai insegnato le competenze e costruito le basi per creare un mondo migliore”.