Il rapporto tra economia e giustizia sociale. Questo il tema che papa Francesco ha affrontato, stamattina, nel corso dell’incontro con i dirigenti e i dipendenti della Banca del Credito Cooperativo, nel suo 60esimo anno di fondazione. Questo particolare tipo di banche, nate in Europa sul finire del XIX secolo e conosciute anche con il nome di casse rurali, approdano in Italia nel 1890 per opera di un sacerdote, don Luigi Cerutti.
Il legame con la Chiesa è stato infatti sottolineato dal Santo Padre. “La Chiesa conosce bene il valore delle cooperative”, ha detto. E ha ricordato che “alle origini di molte di esse ci sono dei sacerdoti, dei fedeli laici impegnati, delle comunità animate dallo spirito di solidarietà cristiana”.
La saldatura con la dottrina sociale della Chiesa è dimostrata anche dai riferimenti alle cooperative che sono molto frequenti nei documenti ecclesiastici. “Anche nell’Enciclica Laudato si’ ho sottolineato il loro valore nel campo delle energie rinnovabili e nell’agricoltura (cfr nn. 179-180)”, ha affermato il Papa.
Riprendendo alcuni spunti offerti nel discorso pronunciato nel febbraio scorso, durante l’incontro con Confcooperative, Francesco ha dunque sollecitato i presenti ad essere “un motore che sviluppa la parte più debole delle comunità locali e della società civile, pensando soprattutto ai giovani senza lavoro e puntando alla nascita di nuove imprese cooperative”.
Il Pontefice ha poi posto particolare accento alla realizzazione di “nuove soluzioni di welfare”, a partire dal campo della sanità e al rapporto “tra l’economia e la giustizia sociale”, ricordando che “al centro va sempre la persona, non il dio-denaro“. Egli ha inoltre sottolineato l’importanza di “facilitare e incoraggiare la vita delle famiglie” e di “proporre soluzioni cooperative e mutualistiche per la gestione dei beni comuni, che non possono diventare proprietà di pochi né oggetto di speculazione”
Applicare questo modus operandi significa “promuovere un uso solidale e sociale del denaro”, che è “nello stile della vera cooperativa”, ha sottolineato. “In questo tempo in cui l’aria della corruzione viene dappertutto, a voi è chiesto non solo di essere onesti, ma di diffondere e radicare l’onestà…”, ha aggiunto il Papa. Che ha invocato “un’economia dell’onestà”, dove “non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale”.
Un approccio che non si pone al di fuori del processo di globalizzazione, tutt’altro. Papa Bergoglio ha infatti invitato i dirigenti e i dipendenti a “partecipare attivamente alla globalizzazione, perché sia globalizzazione della solidarietà”.
L’altro importante appello è a mirare gli obiettivi che davvero contato. Il Santo Padre ha ricordato alla Cooperativa che “la sfida più importante” non è diventare “una grande impresa”, ma “crescere continuando ad essere una vera cooperativa, anzi, diventandolo ancora di più. Questo significa favorire la partecipazione attiva dei soci. Fare insieme e fare per gli altri”. Poiché “fare la banca è un mestiere delicato, che richiede grande rigore. Ma una banca cooperativa deve avere qualcosa in più: cercare di umanizzare l’economia, unire l’efficienza con la solidarietà”.
Infine, il Vescovo di Roma ha riassunto il valore della Cooperativa in una parola, che è uno dei perni della dottrina sociale cattolica: la “sussidiarietà”. Egli ha riconosciuto alle banche di credito cooperativo di aver “messo in pratica” questo concetto quando hanno affrontato le difficoltà con i loro mezzi, riunendo le forze, non a spese degli altri. “Questo è sussidiarietà: non pesare sulle istituzioni e quindi sul Paese quando si possono affrontare i problemi con le proprie forze, con responsabilità – ha detto -. Per questo è importante che voi andiate avanti nel cammino di integrazione delle banche di credito cooperativo in Italia”.
L’incoraggiamento del Papa è inoltre quello di verificare “come il reddito viene prodotto”. La Bcc – ha aggiunto, prima di impartire la benedizione – “può essere il nucleo intorno a cui si costruisce una grande rete per far nascere imprese che diano occupazione, per sostenere le famiglie, per sperimentare il microcredito e altri modi di umanizzare l’economia”. Infine, in una forma simpatica, il Papa ha rivolto una ormai sua tipica richiesta ai presenti: “Rimane chiaro: non vi chiedo soldi, vi chiedo preghiere…”.