“Nel mondo dell’efficienza abbiamo perso il senso dell’adorazione”

In occasione del loro Capitolo Generale, papa Francesco incontra i padri Clarettiani, lodandone “l’esempio di vita, nella missionarietà”

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Si è aperta con un caldo e sincero elogio ai padri Clarettani, l’udienza che papa Francesco ha concesso stamattina ai membri della congregazione religiosa, in questi giorni impegnati nel Capitolo Generale sul tema Testimoni e messaggeri della gioia del Vangelo.

I Clarettani (la cui denominazione ufficiale è quella di Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria) si distinguono per essere “tra i migliori canonisti che abbiamo a Roma”, ha detto il Papa, aggiungendo: “Dio mi ha benedetto, dandomi alcuni amici come voi”. Essi svolgono “un lavoro silenzioso, santo”, che “ha dato un esempio di vita, nella missionarietà”.

Il Santo Padre ha dunque simbolicamente consegnato tre ‘parole chiave’ ai Clarettani, per indirizzare il loro cammino durante e dopo il Capitolo Generale: adorare, camminare e accompagnare.

Sul primo dei tre verbi, il Pontefice ha detto: “Noi, nel mondo dell’efficienza, abbiamo perso il senso dell’adorazione, anche nella preghiera”. Adorare significa infatti “stare davanti all’Unico Dio, quello che è l’Unico che non ha prezzo, che non si negozia, che non si cambia”.

Nella Chiesa di oggi, c’è una “carenza” di adorazione “per mancanza di pedagogia”. Anche il primo comandamento, lo ricorda: “Adora l’Unico Dio. Non avrai altro Dio. È l’Unico che dovrai adorare”. Dio, infatti, si può adorare anche “senza chiedere, senza ringraziare, senza lodare”.

Il secondo verbo ‘consegnato’ dal Papa ai Clarettiani ci ricorda che “Dio non può adorare sé stesso, però Dio ha voluto camminare. Non ha voluto stare tranquillo. Sin dall’inizio ha camminato con il suo popolo”, come fece con Mosé.

Camminare significa infatti “aprire frontiere, uscire, aprire porte e cercare strade”, evitando di “stare seduti” o “installarsi, nel cattivo senso della parola”.

Anche quando vi siano lavori e cose da organizzare che “esigono di stare tranquilli”, è opportuno continuare a “camminare e cercare con l’anima, con il cuore e la testa”, andando verso “frontiere di tutti i tipi, compresa quella del pensiero”.

Non è possibile, quindi, stare tranquilli, perché, ha detto il Santo Padre, “chi sta tranquillo e non si muove, si corrompe: come l’acqua, l’acqua stagnante si corrompe; mentre l’acqua del fiume che scorre non si corrompe”.

Nella Bibbia, Dio ha “camminato”, facendosi “compagno di viaggio” del suo popolo, caricandosi dei suoi “peccati” e “perdonando”. Parimenti l’uomo deve incamminarsi verso di Lui, per contemplarlo “e non – come disgraziatamente è usuale – gente che viene ad assicurarsi la propria vita a un istituto o mettersi tranquillo, perché non gli manchi nulla”.

La terza parola chiave, “accompagnare” significa non compiere quel cammino “da soli”, anche perché è “noioso”, ha sottolineato Francesco. Si accompagnano così “i momenti di allegria, la felicità delle coppie, delle famiglie”, si accompagna “nei momenti duri, nei momenti della croce, nei momenti del peccato”.

Gesù, infatti, “non aveva paura dei peccatori”, anzi, “li cercava”, a costo di sentirsi dare dell’“imprudente”.

“Accompagnare la gente, accompagnare i tanti desideri che il Signore semina nel cuore e lasciare che crescano bene”, ha quindi raccomandato il Pontefice, prima di congedare i Clarettiani.

 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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