Il dialogo ecumenico e la questione dei profughi sono stati tra i temi al centro del colloquio intrattenuto stamattina in Vaticano tra papa Francesco e il presidente della Repubblica della Serbia, Tomislav Nikolić.
Durante la conversazione, riferisce un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, il Pontefice e il capo di stato balcanico hanno riscontrato i “buoni rapporti” esistenti tra i rispettivi stati.
Nel colloquio, durato circa 35 minuti, sono stati affrontati “temi di comune interesse attinenti alle relazioni tra la comunità ecclesiale e quella civile, con particolare riferimento al dialogo ecumenico ed al contributo della Chiesa cattolica al bene comune della società serba”.
In seguito, Bergoglio e Nikolić si sono soffermati sul “cammino della Serbia verso la piena integrazione nell’Unione Europea”, nonché su “alcune situazioni di carattere regionale e internazionale, tra le quali la condizione dei profughi e dei rifugiati siriani e iracheni e l’importanza di privilegiare una soluzione condivisa alla crisi in corso”.
Al momento dello scambio dei doni, il capo dello stato serbo ha omaggiato il Santo Padre con una ristampa della pergamena recante una legge promulgata nel XIV dall’imperatore serbo Stefano Uroš IV Dušan (1308-1355), accompagnata da una copia che custodiva il testo originale.
Altro regalo del presidente serbo è stata una monografia a colori riguardante i monasteri del Kosovo, alcuni dei quali sono stati incendiati durante la guerra del 1999. Nikolić avrebbe chiesto al Papa una particolare protezione della Santa Sede per questi luoghi sacri, tuttora piuttosto minacciati dai fanatici.
Da parte sua, il Pontefice ha omaggiato l’ospite con una medaglia della pace e una copia dell’enciclica Laudato Si’.
Dopo essersi congedato con Francesco, il presidente serbo ha incontrato il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher.