I barboni conducono un tenore di vita ai limiti dell’umano, lontano da tutti gli amici che hanno scelto di perdere.
Riz non era però come i soliti barboni. Aveva cercato a più riprese di rientrare nei ranghi; ma inutilmente. Stava per dimenticare le leggi elementari del vivere civile. Sorpreso dalla nostalgia di casa sua, un giorno si decise a rivolgersi ad un’agenzia per cercare notizie di suo padre, della sua famiglia di cui aveva perso le tracce da tantissimo tempo.
Venne così a sapere che suo padre, un ricco signore, padrone di beni incalcolabili, morendo, aveva lasciato, per testamento, tutte le sue proprietà al suo unico figlio, non appena lo si fosse rintracciato. E lui era questo figlio.
Il nostro Riz, consapevole erede di tanta fortuna, ripeteva continuamente a se stesso la frase che aveva tante volte udito distrattamente e ritenuto folle utopia: “Io non ho quel che possiedo; ma possiedo quanto dono.”
E sempre meglio gustava le parole di Gesù: “Date e vi sarà dato: una misura pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in grembo”.
Ciao da p. Andrea Panont
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