Una corsa in bicicletta da Londra a Parigi – con l’arrivo previsto nel giorno stesso in cui la città ha ospitato il Tour de France – per sostenere una raccolta benefica organizzata dall’associazione Action, che attraverso la ricerca medica, salva e cambia la vita dei bambini e delle loro famiglie. Tra i protagonisti di questa impresa c’era Claudio Talotta, 38 anni, che vive a Cambridge ma vanta origini milazzesi, con la sua Cannondale ultraleggera in fibra di carbonio.
480 chilometri suddivisi in quattro tappe (la prima in Inghilterra, le successive tre in Francia) con un dislivello di circa 5000 metri. Obiettivo dell’impresa: raccogliere almeno 1500 sterline a testa, donazione minima per prendere parte all’evento. Qualche difficoltà lungo il percorso, un infortunio al ginocchio e la pioggia incessante nella quarta tappa hanno contribuito a rendere ancora più emozionante l’ingresso “trionfale” a Parigi, passando per gli Champs Elysees, fino alla Tour Eiffel. Su Facebook, Claudio ringrazia i compagni di avventura per lo spirito di squadra che ha regnato nei momenti di difficoltà. Mens sana in corpore sano: l’attività sportiva richiede un certo sacrificio ma genera benefici più grandi.
“L’attività sportiva deve essere mossa da una genuina passione – dice -. L’ingrediente fondamentale che aiuta a sostenere gli inevitabili sacrifici, oltre che l’elemento trainante per raggiungere risultati sempre migliori. Un corpo sano, a mio modo di vedere, è il risultato della corretta combinazione tra l’attività sportiva e una dieta completa e appropriata a sostenere lo sforzo fisico, senza appesantire e sovraccaricare gli elementi funzionali del corpo. Nei periodi in cui, come adesso, sono riuscito a combinare i due fattori di cui sopra, ho notato un netto miglioramento della qualità della mia vita”.
La passione per la bicicletta l’ha sempre avuta ma si è intensificata quando ha lasciato la Sicilia per trasferirsi in Inghilterra. “Il Regno Unito è un territorio fertile per ogni tipo di sport – dice Claudio – e, in particolare, per discipline come il ciclismo, supportate e incentivate da fattori quali la presenza di piste ciclabili e zone chiuse al traffico, e incoraggiate dall’organizzazione di eventi per tutti i livelli e le categorie di ciclisti, molto spesso a scopo benefico”.
L’allenamento quotidiano prevede un’ora e mezza di pedalata intensa, uscendo alle 5 del mattino, nei giorni lavorativi e “godendo degli incantevoli scenari del countryside dei villaggi intorno a Cambridge”. Nei giorni festivi aumentano le ore dedicate all’allenamento e quindi il chilometraggio, in preparazione agli eventi più lunghi. La scelta di allenarsi la mattina presto è dettata dalla ricerca di un equilibrio tra il tempo per lo sport e quello da dedicare alla moglie Sarah e alla figlia Fiona, 3 anni e mezzo, che a volte accompagna il papà in qualche uscita serale, con la sua biciclettina o sul seggiolino della seconda bici di Claudio, pensata proprio per condividere con la figlia la sua passione.
“La scelta degli orari mattutini è scaturita dal desiderio di non sottrarre tempo alla famiglia, alla quale cerco di dedicare le porzioni della giornata non impegnate dal lavoro”. La passione per la bicicletta si è coniugata con “la civiltà e la tolleranza del popolo britannico – dice Claudio – che rendono più sicure le pedalate dentro e fuori dai percorsi preposti”, e infine è diventata anche un mezzo per aiutare gli altri.
Dopo la “Londra-Parigi”, un’altra avventura è già in calendario: il prossimo 20 settembre Claudio vuole partecipare alla Essex 100, una gara ciclistica a scopo benefico, “il cui circuito si dipanerà attorno alla contea dell’Essex, per un totale di circa 180 chilometri”. Questo significa che in parte anche le meritate vacanze in Sicilia sono state dedicate all’allenamento ma sempre nelle prime ore del mattino per non togliere tempo alla famiglia.
Per il 2016 Talotta ha nel cuore la “Londra-Amsterdam”, una competizione ancora più impegnativa che richiederà un allenamento costante. “L’attività sportiva è sempre stata una componente fondamentale della mia vita. Ciò che ho imparato nel corso del tempo è che lo sport deve essere innanzitutto sano ed equilibrato e che mai il desiderio di competitività deve scendere a compromessi con strade più semplici e meno corrette…”.