Commentando “il fortissimo appello” lanciato dal Papa all’Angelus di ieri a proposito dell’accoglienza ai rifugiati da parte di parrocchie, comunità religiose, monasteri, santuari di tutta Europa, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, sottolinea in una breve nota che “il Papa vuole che in tutta l’Europa – attenzione in ‘tutta’ l’Europa e non solo in qualche luogo particolare di essa – la comunità cattolica si faccia animatrice di accoglienza in una situazione in cui la gravità dei problemi dei profughi e dei migranti si manifestano come la frontiera più attuale e urgente della solidarietà concreta in un orizzonte continentale”.
L’appello – prosegue il portavoce vaticano – “è appunto un appello alla solidarietà e all’accoglienza, a una risposta creativa e generosa, che nasce dal cuore del Papa nel contesto della preparazione a un Giubileo della Misericordia che si deve attuare in particolare attraverso le opere, e non si riferisce a un piano operativo e organizzativo predefinito”.
“Naturalmente – precisa padre Lombardi – quando il Papa parla delle parrocchie, intende infatti le comunità parrocchiali come comunità inserite nel territorio e non solo i parroci con le case ‘canoniche’; le comunità parrocchiali potranno trovare in forme diverse le vie adatte per realizzare l’accoglienza”. Mentre quando parla delle comunità religiose tornano alla mente le parole forti che aveva già usato nella visita al Centro Astalli di Roma del il 10 setttembre 2013 con riferimento ai ‘conventi vuoti’: “Il Signore – aveva detto il Papa in quell’occasione – chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti…. Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire”.
Per quanto riguarda infine le “due parrocchie” del Vaticano, conclude il gesuita, Papa Francesco “si riferisce alla parrocchia di Sant’Anna e alla Basilica di San Pietro, che sono due realtà assai diverse l’una dall’altra e troveranno quindi ognuna il modo proprio per rispondere all’appello del Papa”.