Laos: arrestati due cristiani con l'accusa di proselitismo

I due uomini, sposati, con figli, sono stati ammanettati dalla polizia mentre erano in preghiera in casa con altri fedeli

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Arrestati mentre pregavano perché accusati di proselitismo. È quanto è capitato a due cristiani in Laos ammanettati dalla polizia nel villaggio di Nong-hang, nella provincia di Khammouan, ad est del paese. Si tratta di Bountheung Phetsomphone, 43 anni, leader cristiano di un altro villaggio, e Neuy, 40 anni, anch’egli residente in un villaggio vicino.

Come appreso dall’agenzia Fides in base alle informazioni dell’Ong “Human Rights Watch for Lao Religious Freedom” (Hrwlrf), Bountheung si era recato a visitare alcune famiglie cristiane del villaggio e i fedeli hanno iniziato a pregare in casa. Allora sono arrivati i poliziotti che hanno fatto irruzione nell’abitazione. Entrambi, Bountheung e Neuy, sono sposati e hanno tre figli.

Informati dell’arrivo del leader cristiano Bountheung, gli agenti hanno lanciato il raid che, secondo Hrwlrf, “è del tutto illegale e contrario alla Costituzione”.  Bountheung è già sotto osservazione dal 2012, quando 300 persone si sono convertite al cristianesimo, dopo aver ascoltato la sua esperienza e la sua testimonianza. Era già stato arrestato nell’agosto 2012 e poi rilasciato. Anche Neuy ha avuto in passato gli stessi problemi, controllato dalla polizia con il sospetto che volesse diffondere la fede cristiana. Il Hrwlrf esorta il governo del Laos a “rispettare il diritto del popolo del Laos alla libertà religiosa, garantita dalla Costituzione” e a fermare l’abuso di potere perpetrato dalla polizia del distretto. 

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ZENIT Staff

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