Presentare le unioni civili sotto mentite spoglie? Un "disperato espediente" del Pd

Questo il parere di Ncd, che ha respinto in Commissione Giustizia del Senato un sub-emendamento che definisce le unioni civili “formazione sociale specifica” per distinguerle dal matrimonio

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La riapertura delle attività parlamentari ha visto l’esame del ddl Cirinnà sulle unioni civili nuovamente al centro delle attenzioni dei senatori, in Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Il Partito democratico ha cercato una mediazione sulla definizione di unioni civili, e lo ha fatto attraverso un sub-emendamento, a firma di Emma Fattorini, che specifica che esse sono una “formazione sociale specifica” da non confondere con il matrimonio. Un tentativo di compromesso respinto al mittente dal Nuovo Centrodestra, che ha parlato di “disperato espediente”. Ha optato invece per l’astensione la Lega nord, che in Senato equivale a voto contrario. Voto favorevole, invece, da parte del Movimento5Stelle. Il che rende possibile, per il Pd, la strada di andare subito in Aula e tentare di far approvare il testo con l’appoggio di M5S e Sel.

Sul tema è intervenuto Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, che ha detto: “La definizione delle unioni civili come ‘specifica formazione sociale’ appare come un disperato espediente causidico per distinguerle dal matrimonio ma, come abbiamo più volte detto, se un animale abbaia come un cane ragionevolmente è un cane. E la descrizione di questa ‘formazione sociale’ è quella del matrimonio. Bene hanno fatto quindi i tre rappresentanti di Area popolare in Commissione giustizia e la rappresentante della Lega ad esprimere un voto di astensione che, come è noto, nel Senato ha lo stesso significato del voto contrario”. Gli fa eco Carlo Giovanardi, il quale ribadisce che Ncd “resta contraria al ddl Cirinnà”.

Il dibattito ricomincerà martedì prossimo. Intanto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, torna nuovamente a promettere un’approvazione rapida delle unioni civili. Ai microfoni dell’emittente Rtl ha detto: “È un patto di civiltà e non rinunciamo. La legge sulle unioni civili è una questione di civiltà. Andrà in Senato dopo la riforma della Costituzione e prima del bilancio”.

 

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ZENIT Staff

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