Quando andrà a Cuba, Papa Francesco “troverà e vedrà un Paese in trasformazione crescente”. Lo assicura l’arcivescovo de La Habana, il cardinale Jaime Ortega, a pochi giorni dall’arrivo del Santo Padre nell’Isola caraibica in programma dal 19 al 22 settembre.
Uno degli artefici della trasformazione del paese – ha detto il porporato alla stampa locale, ripresa dal sito Il Sismografo – è proprio Bergoglio, grazie anche al suo intervento “efficace, discreto e silenzioso” svolto per arrivare allo “storico” disgelo tra Usa e Cuba. Un processo che il cardinale ha definito “unico”. “Papa Francesco – ha aggiunto – arriva nel momento in cui ci sono due ambasciate che rappresentano i rispettivi Paesi. La possibilità di venire tra noi e poi andare negli Stati Uniti gli offre l’opportunità di dimostrare quanto desidera che questi rapporti progrediscano”.
Ortega ha poi rivelato che durante l’incontro avuto lo scorso 14 agosto con il Segretario di Stato USA, John Kerry, quest’ultimo ha confidato: “Spero che Papa Francesco incoraggi il Presidente Raúl Castro e il suo governo a continuare sul sentiero del miglioramento di questi rapporti”. In merito alle lettere ricevute in cui si chiede una mediazione per la liberazione di persone incarcerate per reati economici e di delinquenza comune, l’arcivescovo ha osservato: “Sono persone che aspettano, in occasione della visita del Papa, un indulto. Se ci sarà o non ci sarà la Chiesa non può dire nulla poiché è un qualcosa che dipende dallo Stato”.
Il porporato ha infine sottolineato che per il viaggio papale di Francesco nell’isola c’è “un ambiente popolare” come non si era mai visto nel passato anche perché, in questo caso, il pensiero e il magistero del Santo Padre hanno avuto sui media un’ampia diffusione. Il Papa farà tappa in tre città: la capitale, Holguín e Santiago di Cuba, dove è situato il Santuario della Madonna del Cobre.