Israele: ancora proteste per difendere scuole cristiane. Ieri manifestazione a Nazareth

Presente alla mobilitazione anche mons. Marcuzzo, vicario patriarcale di Gerusalemme: “Le  scuole cristiane non chiedono privilegi, ma solo giustizia”

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Continuano in Israele le iniziative di sostegno alle scuole cristiane, che all’inizio del nuovo anno scolastico, invece di riaprire le porte agli studenti, hanno iniziato uno sciopero a oltranza contro le scelte politiche dello Stato ebraico nei loro confronti, giudicate discriminatorie. A Nazareth, davanti alla Basilica dell’Annunciazione – informa l’agenzia Fides – si è svolta nel pomeriggio di ieri, 1° settembre, un’affollata manifestazione di solidarietà, con la mobilitazione a oltranza delle scuole cristiane, che ha visto anche la partecipazione di mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme per Israele. Con lui presenti anche un folto gruppo di sacerdoti, religiosi e religiose.

Nell’intervento svolto durante la manifestazione, Marcuzzo ha ripetuto a chiare lettere che le scuole cristiane non chiedono privilegi, ma solo giustizia. Intanto la folla di manifestanti – composta per lo più da insegnanti, operatori scolastici e famiglie degli studenti – agitava cartelloni e striscioni con slogan scritti in varie lingue, in cui si denunciava anche la deliberata intenzione governativa di mettere a rischio la sopravvivenza stessa degli istituti educativi animati dalla Chiese e dalle comunità cristiane in Israele. 

Alla radice della protesta ci sono le restrizioni di bilancio imposte dallo Stato ebraico. In pochi anni, i contributi pubblici alle scuole cristiane sono diminuiti di oltre il 45%, costringendo gli istituti ad aumentare le rette scolastiche a carico delle famiglie, spesso dotate di redditi bassi, sotto la media nazionale. Le 47 scuole cristiane presenti in Israele sono frequentate da 33mila studenti (di cui solo la metà sono battezzati) e impiegano 3mila insegnanti. I sussidi statali, che fino a qualche anno fa coprivano il 65% delle rette, sono stati drasticamente ridotti e adesso non coprono nemmeno il 30% delle spese di gestione. 

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ZENIT Staff

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