L’alleanza della famiglia con Dio è in grado di far sbocciare fiori nel deserto della civiltà moderna. Lo ha affermato papa Francesco durante l’Udienza Generale di oggi, proseguendo il ciclo di catechesi sui temi familiari.
Il Santo Padre ha aperto la meditazione, sottolineando che effettivamente vi sono alcune “espressioni evangeliche” che sembrano “contrapporre i legami della famiglia e il seguire Gesù”, il quale arriva a dire che chi ama il padre o la madre più di Lui, non è degno di Lui (cfr. Mt 10,37-38).
Ciò, tuttavia, non significa che Gesù voglia “cancellare il quarto comandamento”. Né il Signore, “dopo aver compiuto il suo primo miracolo per gli sposi di Cana, dopo aver consacrato il legame coniugale tra l’uomo e la donna, dopo aver restituito figli e figlie alla vita famigliare”, ci sta chiedendo di essere “insensibili” a quei legami.
In realtà Gesù, affermando il “primato della fede”, non trova un “paragone più significativo degli affetti famigliari”, che se associati all’amore di Dio, “vengono ‘riempiti’ di un senso più grande e diventano capaci di andare oltre sé stessi, per creare una paternità e una maternità più ampie, e per accogliere come fratelli e sorelle anche coloro che sono ai margini di ogni legame”.
La “sapienza degli affetti”, ha spiegato il Papa, si impara essenzialmente in famiglia, “altrimenti è ben difficile impararla”: è con questo linguaggio che “Dio si fa comprendere da tutti”.
Porre i legami familiari nell’“obbedienza della fede” e nella “alleanza con il Signore” non li mortifica ma, al contrario, “li protegge, li svincola dall’egoismo, li custodisce dal degrado, li porta in salvo per la vita che non muore”.
Uno “stile familiare” in tutte le relazioni umane è una “benedizione per i popoli” e “riporta speranza sulla terra”; in particolare se convertiti alla “testimonianza del Vangelo”, gli affetti familiari “diventano capaci di cose impensabili, che fanno toccare con mano le opere che Dio compie nella storia”, ha commentato Francesco.
“Un solo sorriso – ha detto – miracolosamente strappato alla disperazione di un bambino abbandonato, che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici. Un solo uomo e una sola donna, capaci di rischiare e di sacrificarsi per un figlio d’altri, e non solo per il proprio, ci spiegano cose dell’amore che molti scienziati non comprendono più”.
Rispondendo alla chiamata di Gesù, la famiglia “riconsegna la regìa del mondo all’alleanza dell’uomo e della donna con Dio”. Se il “timone della storia” venisse consegnato a questa alleanza, perché l’uomo e la donna “lo governino con lo sguardo rivolto alla generazione che viene”, i vari temi “della terra e della casa, dell’economia e del lavoro, suonerebbero una musica molto diversa!”, ha affermato il Pontefice.
Il Papa ha quindi auspicato che, “a partire dalla Chiesa”, si torni a dare “protagonismo” alla “famiglia che ascolta la parola di Dio e la mette in pratica”: in questo modo “diventeremo come il vino buono delle nozze di Cana, fermenteremo come il lievito di Dio”.
L’alleanza della famiglia con Dio, ha aggiunto Francesco, è un deterrente alla “desertificazione comunitaria della città moderna”, segnata dalla “mancanza d’amore” e di “sorriso”, con “tanti divertimenti”, “tante cose per far perdere tempo, per far ridere”, quando “l’amore manca”.
È il “sorriso di una famiglia” che può vincere la desertificazione delle nostre città e “questa è la vittoria dell’amore della famiglia”, ha detto il Pontefice.
“Nessuna ingegneria economica e politica – ha aggiunto – è in grado di sostituire questo apporto delle famiglie. Il progetto di Babele edifica grattacieli senza vita. Lo Spirito di Dio, invece, fa fiorire i deserti (cfr Is 32,15)”.
L’invito del Santo Padre è ad “uscire dalle torri e dalle camere blindate delle élites, per frequentare di nuovo le case e gli spazi aperti delle moltitudini”, tenendoci “aperti all’amore della famiglia”. Con la preghiera finale che lo Spirito Santo porti il “lieto scompiglio delle famiglie cristiane”, facendo uscire la “città dell’uomo dalla sua “depressione”.