È risaputo che il fumo della sigaretta è cancerogeno; inspirato direttamente o indirettamente è veleno per la salute; e la salute è un bene prezioso per tutti. Allora ognuno è tenuto a rispettare e difendere il bene pubblico.
Deciso a rispettare e a far rispettare questo diritto salgo su una carrozza per non fumatori e vado al posto prenotato.
Dopo mezz’ora di strada, un signore, seduto di fronte a me, noncurante o, meglio, ignaro dei miei pensieri e dei miei propositi, estrae disinvoltamente il pacchetto di sigarette e, con l’aria più innocente del mondo, s’accende la sigaretta riprendendo a leggere il giornale.
Per me era la premessa “ideale” per sfoderare tutti i diritti miei e di coloro che con me occupavano lo scomparto. Mi trattengo per un attimo, attendendo e promuovendo con lo sguardo l’intervento degli altri che, invece, sembravano non solo tollerare, ma addirittura ignorare – rassegnati – ciò che stava accadendo.
Non è possibile passar sopra a una trasgressione, a un diritto leso, a un attentato alla salute. Bisogna richiamare all’ordine – continuavo a pensare – chi inquina l’aria e toglie l’ossigeno.
Ma – grazie a Dio – ho così subito riflettuto: se litigo intervenendo bruscamente, io inquino maggiormente e privo l’ambiente dell’ossigeno della pace. E ho cercato di mettermi nei panni del trasgressore e comprendere in chi sa quali problemi naviga la sua vita.
Non ho finito di pensare così, che il fumatore s’accorge di trovarsi nella carrozza sbagliata: Scusandosi spegne in fretta la sigaretta e va nella carrozza prenotata.
Mi pare di capire meglio il vangelo là dove dice: “Chi ama il fratello vive nella luce”. È anche vero che chi ama il fratello lo corregge nella maniera più serena ed efficace, aiutandolo a vedere il suo sbaglio.
Ciao da p. Andrea
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