Dentro il grembo della Parola

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, sabato, 13 ottobre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Questi pochi versetti del Vangelo di Luca potrebbero sembrare una parentesi anomala, una voce un po’ fuori programma rispetto al percorso che l’evangelista ci sta proponendo. Eppure, l’inizio del nostro brano conferma l’estrema connessione con i versetti precedenti: “mentre Gesù parlava”. Di cosa aveva parlato poco prima? Della sua autorità sul male, del suo potere di scacciare i demòni, della sua coscienza di essere il Figlio di Dio. L’esclamazione di questa donna ci consegna proprio la stessa capacità di riconoscere la forza di Gesù e ritrovare in Lui quella beatitudine dell’ascolto, il fulcro dell’insegnamento odierno.

Meditazione

Due donne potrebbero essere le protagoniste di questo brano, cui far corrispondere due rispettive espressioni di beatitudine. La prima, in cui ci identifichiamo un po’ tutti, esprime un’ammirazione, nei confronti della madre di Gesù: quale donna, sembra dirci, non sarebbe contenta nell’avere un figlio simile, con autorità nel parlare, pieno potere sul male, folle che lo seguono entusiaste. Emerge una nota tanto materiale, un’attenzione per la carriera, il successo, la buona posizione del proprio figlio; c’è un po’ la preoccupazione per ognuno di noi. Gesù va subito oltre e contrappone una beatitudine di ben altra natura rappresentata da un’altra “donna”, la Parola. La vera e sola felicità che l’uomo può gustare, sta nell’ascolto della Parola di Dio. Essa è come una madre, una donna che genera alla vita, la vita nuova dei figli di Dio, e che continuamente sostiene e custodisce chi dimora nel Suo grembo, e nutre chi si attacca al suo seno. Beato è chi vive di questo ascolto! Rimanere dentro il suo grembo, farsi portare veramente come un bambino nei suoi mesi di gestazione, è affidare la vita, che è realmente un dono, a colui che è il Donatore! È affidare la propria vita certamente in… buone mani! Come la Madre di Gesù, che accolse prontamente la parola dell’angelo al momento dell’Annunciazione, e che «custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,51). Maria è una beata proprio perché si è lasciata plasmare da Dio, dalla sua Parola che genera. Essa è diventata a sua volta genitrice, madre della stessa Parola. Anche noi abbiamo questa alta dignità, anche noi siamo chiamati a dare vita ogni giorno a quella stessa parola che dà la vita a noi.

Preghiera

«Siano le Tue Scritture le mie caste delizie; ch’io non mi inganni su di esse, né inganni gli altri con esse. Concedimi tempo per meditare sui segreti della tua legge, non chiudere la porta a chi bussa… Ecco: la tua voce è la mia gioia. Non trascurare questo tuo filo d’erba assetato. Fa’ che io trovi grazia davanti a te, e mi si aprano, quando busso, gli intimi segreti della tua Parola» (Sant’Agostino, Confessioni, 11,2.3-4).

Agire

Imparerò a memoria questo breve Vangelo e me lo ripeterò come una giaculatoria nell’arco della mia giornata.

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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