A tre mesi dalla strage nel museo del Bardo, la Tunisia torna ad essere teatro di un cruento attentato terroristico. Sono 27 le persone uccise oggi in un attacco che ha coinvolto due alberghi a Susa, a 140 km a sud di Tunisi. La maggior parte di loro erano turisti, di nazionalità inglese, tedesca e belga, freddati dai colpi di kalashnikov di due terroristi, uno dei quali è stato a sua volta ucciso, l’altro fermato invece all’ingresso dell’autostrada di Susa.
I due uomini – come riferito ai media locali da testimoni oculari – sono arrivati in spiaggia intorno a mezzogiorno, poco prima dell’inizio della preghiera musulmana del venerdì, a bordo di un gommone. Uno di loro nascondeva il kalashnikov sotto un ombrellone che aveva in mano. Giunti a riva hanno aperto il fuoco con granate e poi sparato ai turisti sistemati sulle spiagge dei resort Imperial Marhaba Hotel e Soviva, vicini tra loro e situati nella zona di port El Kentaoui. Oltre ai 27 morti, sei persone sono rimaste ferite.
La Tunisia, che ancora piangeva le 23 vittime del Bardo, è sotto shock. Quello di oggi – come affermato dai mezzi stampa tunisini – è l’attentato più sanguinoso mai verificatosi in oltre un decennio. Già nel 2013, il 30 ottobre, la nota località turistica di Susa aveva subito un attacco kamikaze, che, tuttavia, non aveva provocato vittime se non lo stesso attentatore.
“È una vera tragedia”, ha dichiarato il ministro tunisino del Turismo, Salma Elloumi, alla radio locale Shems Fm. Ancor di più considerando che, nello stesso giorno, anche la Francia e il Kuwait sono rimaste vittime di attentati di matrice terroristica. “Tunisia, Kuwait, Francia: Europa e mondo arabo uniti come vittime e nella risposta”, ha affermato infatti l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, che ha aggiunto: “I terroristi ci vogliono dividere, ma ci uniscono”.
Intanto a Kuwait City è salito a 24 morti e oltre 50 feriti il bilancio dell’attacco kamikaze che ha colpito, in pieno centro città, la moschea sciita Imam al-Sadiq, dove i fedeli erano riuniti in preghiera per il secondo venerdì del Ramadan. Lo rende noto la tv satellitare al-Jazeera che cita fonti ospedaliere. Sembra che l’attacco terroristico sia stato rivendicato dallo Stato Islamico attraverso un post pubblicato sui propri canali social. Il bilancio delle vittime potrebbe crescere con il passare delle ore. È la prima volta che i fedeli sciiti del Kuwait finiscono in un attentatto dell’Isis.