Strage Chiesa Charleston: arrestato l'assassino. Voleva "una nuova guerra razziale"

Si tratta di Dylann Roof, bianco 21enne, che pianificava il gesto da circa sei mesi. Uccise nove persone nella sparatoria. Obama: “Un attacco senza senso”

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È stato arrestato questa notte, negli Usa, il responsabile della strage nella chiesa metodista episcopale di Charleston, in South Carolina, che ha causato la morte di nove persone della comunità afroamericana. L’assassino è un giovane bianco 21 enne, di nome Dylann Roof, che ha confessato alla polizia l’omicidio di sei donne e tre uomini (tra cui il pastore della chiesa), durante un gruppo di preghiera, spiegando che voleva scatenare “una guerra nuova guerra civile”, a sfondo “razziale” negli Stati Uniti.

Secondo quanto riferito alla polizia da un amico del giovane, Roof, convinto segregazionista, stava progettando un attacco da almeno sei mesi, pianificando ogni dettaglio. Ora è rinchiuso nel carcere di Charleston, dopo il trasferimento in aereo dal North Carolina. In un primo momento, si era detto che il 21enne avesse ricevuto dal padre la pistola calibro 45 della strage, come regalo del suo recente compleanno. Egli stesso ha invece confessato di aver comprato l’arma in un negozio, nell’aprile scorso.

Sulla vicenda è intervenuto il presidente americano Barack Obama che ha parlato di una “sconfitta” e di un “attacco senza senso”, sottolineando ancora una volta la necessità di regolamentare la vendita di armi, in quanto questa è l’ennesima strage frutto della presenza diffusa di armi negli Stati Uniti.

Già ieri il sindaco Joe Riley si era espresso definendo l’assalto “una tragedia incomprensibile”. Oggi, invece, la governatrice della South Carolina, la repubblicana Nikki Haley, intervistata dalla Nbc, chiesto la pena di morte per l’assassino: “Questo è uno Stato ferito dal fatto che nove persone innocenti sono state uccise”, ha dichiarato, chiedendo che Roof venga processato da una corte del South Carolina e non federale. 
 

 

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ZENIT Staff

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