Per quanto il principale compito della fondazione pontificia sia sostenere la Chiesa povera e perseguitata in tutto il mondo, in 68 anni di storia, ACS non ha mai tralasciato l’aiuto ai rifugiati. Portando avanti l’opera iniziata nel 1947 dal suo fondatore, padre Werenfried van Straaten, con l’assistenza ai quattordici milioni di sfollati tedeschi in fuga dall’Europa Orientale.
Negli ultimi anni la fondazione pontificia ha incrementato sempre più il suo sostegno a profughi e sfollati interni, cui ad esempio nel 2011 erano stati devoluti “soltanto” 250mila euro. Un aumento legato all’aggravarsi del fenomeno migratorio. Secondo l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), sarebbero infatti quasi 60 milioni le persone in cerca di rifugio in tutto il mondo.
In Iraq tra il giugno e l’agosto del 2014, le violenze dello Stato Islamico hanno costretto più di 120mila cristiani ad abbandonare le proprie case e fuggire in Kurdistan. Qui, negli ultimi dodici mesi, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha donato oltre 7 milioni e 200mila euro per l’assistenza ai rifugiati. Secondo l’arcivescovo di Erbil, monsignor Bashar Warda, si tratta del 60% degli aiuti ricevuti dalla sua diocesi dall’inizio della crisi nel giugno del 2014.
L’Unhcr ha reso noto che sono almeno 6 milioni e 600mila i rifugiati iracheni, mentre 4milioni quelli provenienti dalla Siria. Nel 2014, ACS ha finanziato progetti per l’assistenza de rifugiati e sfollanti interni siriani per un totale di 4 milioni e 300mila euro.
Sempre in Medio Oriente è notevole il sostegno ai rifugiati cristiani nella Striscia di Gaza, ai quali la fondazione ha offerto un contributo di 15mila euro.
In Africa, le violenze perpetrate da Boko Haram hanno causato oltre un milione e mezzo di sfollati interni e più di 130mila rifugiati nei paesi vicini. ACS sostiene l’impegno della Chiesa nigeriana nell’assistenza ai profughi, con particolare attenzione alle diocesi di Maiduguri e Bamburi,che si trovano nel Nord del paese e sono tra le aree maggiormente colpite dagli estremisti. In Camerun, la fondazione ha inoltre aiutato la diocesi di Maroua-Mokolo, con un contributo di 15mila per la costruzione di un centro pastorale nel campo Minawao capace di offrire assistenza pratica e spirituale a circa 5200 rifugiati cristiani.
ACS è molto attiva anche in Etiopia, dove ha finanziato 66mila euro in progetti a sostegno dei profughi sud sudanesi e 97mila per l’assistenza dei rifugiati eritrei.
Nell’ultimo anno la fondazione ha inoltre donato 100mila euro per le cure mediche degli ucraini fuggiti dalla Crimea.