Lettura

Il brano di oggi, collocato nel Vangelo di Matteo all’interno del discorso della montagna, ci aiuta a comprendere come deve essere la vera spiritualità, quella che il Signore ci chiede. Non esteriore! Dio ci ama e chiede a noi di fare il bene. Lui vede tutto e tutto ricompenserà. Il testo è un vero riassunto delle norme per la vita religiosa.

Meditazione

Non è facile aspettare per avere una ricompensa, ma nonostante tutto noi aspettiamo ricompense: al lavoro, in forma di denaro, promozioni o attenzioni. In famiglia, perché vogliamo sentire un “bravo” quando abbiamo fatto qualcosa per altri, quando abbiamo, per esempio, messo a posto, cucinato bene, aggiustato qualcosa. E anche sulla strada, ci aspettiamo che qualcuno cui lasciamo, per esempio, la precedenza nella fila ci ringrazi. Se tutto ciò non accadde, se, cioè, al lavoro, a casa, nella società, non veniamo sufficientemente apprezzati, cerchiamo di ricevere apprezzamenti da altre parti. E, quasi sempre, questo distrugge il nostro ambiente. Chi cerca fuori dal lavoro delle soddisfazioni che sarebbero dovute venire dal lavoro, sarà sempre meno attento e impegnato sul lavoro. E chi dal marito o dalla moglie non riceve le attenzioni di cui ha bisogno le cercherà da qualcun altro, e non di rado questo distrugge un matrimonio. Gesù ci chiede attenzione: non mettiamoci nelle condizioni per le quali la ricompensa che ci attendiamo da Dio, ci venga da altri! Questo distruggerebbe il nostro rapporto con Dio! Dunque, quando preghiamo, quando diamo l’elemosina o quando per il Signore digiuniamo, facciamolo per il Signore e non per farci vedere e ricevere quella ammirazione, quella “ricompensa” in attenzioni che cerchiamo. Questo si rifletterà anche sugli altri ambiti della nostra vita: impareremo di certo che non sempre e non subito ci arriva il ringraziamento, la lode, l’apprezzamento. Sapremo aspettare e probabilmente pian piano diventeremo meno dipendenti dagli apprezzamenti altrui.

Preghiera

«Signore, quando credo che il mio cuore sia straripante d’amore e mi accorgo, in un momento di onestà, di amare me stesso nella persona amata, liberami da me stesso. Signore, quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere, liberami da me stesso. Signore, quando mi sono convinto di essere povero e mi accorgo, in un momento di onestà, di essere ricco di orgoglio e di invidia, liberami da me stesso. E, Signore, quando il regno dei cieli si confonde falsamente con i regni di questo mondo, fa’ che io trovi felicità e conforto solo in te» (Madre Teresa di Calcutta).

Agire

Oggi starò attento a ringraziare chi mi sta intorno anche se fa qualcosa di scontato.

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesa, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it