È il vescovo dell’Amazzonia che papa Francesco ha scelto come consulente per scrivere l’enciclica sull’ecologia che verrà pubblicata il 18 giugno. Ora dom Erwin Kräutler, vescovo austriaco attivo da oltre 50 anni in Brasile, racconta per la prima volta in un libro la sua vita: Ho udito il grido dell’Amazzonia. Diritti umani e creato. La mia lotta di vescovo (Editrice Missionaria Italiana, prefazione di Leonardo Boff, in libreria dal 12 giugno).
In queste pagine Kräutler racconta i rischi in cui è andato incontro per difendere i popoli indigeni dell’Amazzonia e l’ambiente naturale della più grande foresta del mondo. Per questo suo impegno è stato più volte minacciato di morte, ha subito un attentato che è costato la vita di un suo collaboratore, e da oltre 9 anni deve ricorrere ad una scorta per la propria sicurezza; contro di lui sono state orchestrate varie campagne denigratorie sulla stampa brasiliana.
Nonostante tutto ciò Kräutler – che nel 2010 è stato insignito del «Right Livelihood Award», il Nobel alternativo, per la sua azione a difesa del creato – non è indietreggiato nella sua azionemissionaria nell’annuncio della liberazione che il Vangelo porta ad ogni latitudine: «Come vescovo non potrei mai tacere. Le minacce di morte contro la mia persona sono conseguenza non solo del mio impegno a favore dell’Amazzonia e della mia difesa intransigente dei diritti dei popoli indigeni, dei poveri delle campagne e della città».
Nel libro Kräutler traspare come un vescovo pienamente immerso nel suo popolo: in mezzo agli indios Kayapò accetta di ballare le loro danze; riceve la denominazione tipica delle tribù locali («il grande cacicco»), porta avanti le istanze degli indios nel mondo della grande politica: è grazie anche al suo impegno che la nuova Costituzione del Brasile (1988) prevede la difesa dei diritti dei popoli indigeni.
Quanto mai viva è la consonanza di dom Erwin (come semplicemente si fa chiamare dai suoi fedeli) con papa Francesco: «Siamo una Chiesa povera di risorse finanziarie. Ma in nessun modo siamo “poveri” di gente appassionata per la causa del regno di Dio. Il posto del pastore è in mezzo al suo gregge» dice dalla sua diocesi di Xingu, più grande di tutta l’Italia, in piena Amazzonia.