“Canta e cammina” ha detto Francesco, citando Sant’Agostino, nell’audio-messaggio ai circa 100mila giovani e fedeli che, nella notte tra il 6 e il 7 giugno, hanno partecipato alla 37° edizione del Pellegrinaggio a piedi di 27 km che da Macerata arriva a Loreto, nella Santa Casa di Maria custodita nel santuario.
La voce del Pontefice è risuonata allo Stadio Helvia Recina, dove, sabato sera, si è tenuta la Celebrazione Eucaristica di apertura presieduta dal cardinale George Pell. Al contrario degli scorsi anni, in cui è intervenuto in diretta, Francesco ha registrato il testo in precedenza inviandolo poi al vescovo di Macerata, perché impegnato nel viaggio apostolico a Sarajevo. “Voglio dirvi che sono vicino a voi, che sono vicino a questo pellegrinaggio!”, ha tuttavia voluto assicurare nel messaggio, intitolato: “Accarezzati dalla misericordia”:
“Per me – ha aggiunto – è un piacere rivolgervi la parola in questo 37° pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. L’ho fatto nei due anni scorsi e sono rimasto contento della vostra forza, della vostra fede, del vostro amore a Gesù Cristo”.
“Il pellegrinaggio – ha proseguito il Santo Padre – è un simbolo della vita, ci fa pensare che la vita è camminare, è un cammino. Se una persona non cammina e rimane ferma, non serve, non fa nulla. Pensate all’acqua, quando l’acqua non è nel fiume, non va avanti, ma è ferma, si corrompe”. Perciò “un’anima che non cammina nella vita facendo il bene, facendo tante cose che si debbono fare per la società, per l’aiuto agli altri e anche che non cammina per la vita cercando Dio e che lo Spirito Santo ti muove da dentro, è un’anima che finisce nella mediocrità e nella miseria spirituale”.
“Per favore: non fermatevi nella vita!”, è stato allora l’invito del Pontefice. Anche a costo di inciampare e cadere. “Può accadere”, tutti “abbiamo avuto nella vita cadute, sbagli; ma se tu hai fatto uno sbaglio alzati subito e continua a camminare”. Anzi “Canta e cammina”, come diceva il vescovo di Ippona ai suoi fedeli: “Camminare con la gioia e anche camminare quando il cuore è triste, ma sempre camminare”. Sempre. E va bene pure fermarsi, “per riposarsi un po’ e prendere un po’ di fiato”; l’importante però – ha incitato Francesco – è “andare avanti dopo”.
In questo cammino, oltre alla stanchezza e alle cadute, il Papa indica un altro pericolo: sbagliare strada. “Chi cammina può sbagliare strada; questo può succedere a ognuno di noi e quante volte noi abbiamo fatto questo”. Anche in questo caso un incoraggiamento: “Se tu sbagli strada, torna, torna, perché c’è la misericordia di Gesù”, ha rassicurato il Pontefice.
Una misericordia che “perdona tutto”, che “sempre ti aspetta” e “ti ama tanto”. “Ognuno di voi – ha proseguito – conosce la propria storia. Noi tutti la conosciamo, la nostra. ‘Eh, Padre, tante volte sono caduto’. Mi viene in mente quella bella canzone degli alpini: l’arte di salire non è nel non cadere, ma nel non rimanere caduto. Canta e cammina e se sei caduto, alzati: c’è la carezza della misericordia di Gesù che perdona tutto e lì è la gioia, la gioia di quell’incontro con Gesù”.
Allora, “in questa lunga serata notturna, in questa notte di cammino, pensate alla vostra vita”, ha incitato il Vescovo di Roma. E magari ognuno si domandi nel proprio cuore: “Cosa devo fare della mia vita? Cosa mi dice Gesù che devo fare della mia vita? Cosa pensa il Signore per me? C’è gioia nel mio cuore, per cantare mentre cammino?”. “Se non c’è gioia, cercàtela!”, ha rimarcato Bergoglio, “il Signore te la darà, te la donerà con la Sua misericordia”.
In conclusione, il Papa ha assicurato ai pellegrini le sue preghiere e il suo accompagnamento spirituale “da Sarajevo a Roma”: “Sarò con voi e voi per favore pregate per me – ha concluso -. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. E l’Angelo custode di ognuno di voi vi dica all’orecchio: ‘Canta e cammina!’”.