Pope Francesco greets before boarding Alitalia Airbus A321 for Amman at 'Leonardo da Vinci' international airport in Fiumicino

ANSA

Grande festa a Sarajevo: è arrivato Francesco

L’aereo atterrato alle 9. Il Pontefice ha inviato i telegrammi ai presidenti di Italia e Croazia

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Papa Francesco è arrivato a Sarajevo per il suo ottavo viaggio internazionale, il cui motto è “La pace sia con voi”. L’aereo con a bordo il Santo Padre, un A320 dell’Alitalia, ha lasciato l’aeroporto di Roma-Fiumicino poco dopo le ore 7.50, atterrando nell’aeroporto internazionale della capitale bosniaca per le 9.

Nel lasciare il territorio italiano e nel sorvolare poi lo spazio aereo della Croazia, Francesco, come consuetudine, ha fatto pervenire ai rispettivi Capi di Stato dei messaggi telegrafici. Al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, il Papa ha scritto: “Nel momento in cui mi accingo a compiere il mio viaggio apostolico in Bosnia ed Herzegovina, per favorire l’incontro e il dialogo tra culture e religioni diverse, per rafforzare il cammino dell’unità dei cristiani e per confermare la comunità cattolica nella fede, mi è caro rivolgere a lei, signor presidente, e alla nazione italiana il mio cordiale saluto, che accompagno con fervidi auspici di progresso spirituale, civile e sociale”.

Di rimando il capo di Stato italiano ha scritto: “L’Italia e l’Europa guardano con particolare attenzione alla sua missione nella certezza che la sua presenza in Bosnia-Erzegovina recherà un importante messaggio di pace e riconciliazione per tutta la regione balcanica, impegnata in un complesso cammino per superare le dolorose ferite di un passato ancora vivo nella memoria di molti”.

Il Pontefice ha inviato un messaggio anche al presidente della Croazia, assicurando la sua preghiera per lei e per tutta la popolazione affinché “Dio onnipotente guidi l’intera nazione verso la strada della pace, della giustizia e del bene comune”.

Nel velivolo, Bergoglio ha salutato i giornalisti che lo accompagnano durante il viaggio: 65 cronisti, divisi in quattro gruppi linguistici. “Ringrazio di questa vostra presenza e del vostro lavoro”, ha detto, “questo viaggio non è tanto lungo. Vi ringrazio per tutto quello che fate. Sarajevo è chiamata la ‘Gerusalemme dell’Occidente’. Una città di culture religiose ed etniche tanto diverse e anche una città che ha sofferto tanto nella storia e adesso è in un bel cammino di pace. Io faccio il viaggio per parlare di questo: un segno di pace e di preghiera vi ringrazio”.

A Sarajevo, in mattinata il Pontefice incontra le autorità del paese nel Palazzo presidenziale, intorno alle 10, per poi spostarsi nel grande stadio Kosevo –  lo stesso dove celebrò Giovanni Paolo II il 13 aprile del 1997 – per la Messa per la pace e la giustizia, insieme a circa 60mila fedeli, già assiepati dalle prime luci del mattino.

Nel pomeriggio, tre appuntamenti scandiranno la giornata del Santo Padre: i vespri con il clero e i religiosi nella cattedrale del Sacro Cuore gravemente danneggiata durante la guerra; l’incontro ecumenico al Centro studentesco internazionale francescano; e infine l’abbraccio con i giovani riuniti presso il Centro diocesano “San Giovanni Paolo II”, struttura ancora in costruzione.

 

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ZENIT Staff

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