“Siate costruttori di ponti non di muri”. Così Papa Francesco nel suo Messaggio ai partecipanti della 99esima edizione del Katholikentag, l’evento che raduna ogni anno i cattolici di tutta la Germania a Regensburg (Ratisbona). Avviata mercoledì scorso, l’edizione 2014 porta nel cuore della cittadina medievale, fino a domenica prossima, oltre 30.000 persone tra fedeli, studiosi, psicologi, giornalisti, teologi e filosofi. Tutti riuniti al motto: “Costruire ponti con Cristo”.
Anche il Papa si associa spiritualmente alla manifestazione e, prendendo spunto dal tema scelto, scrive: “Noi cristiani abbiamo il compito costante di costruire i ponti delle relazioni” e “soprattutto di non trascurare la cura delle frontiere”. Un compito all’apparenza facilmente realizzabile, ma che in realtà non lo è affatto, come hanno dimostrato in secoli di storia alcuni tragici eventi.
A cominciare dalla Prima Guerra mondiale, all’epoca della quale nacque proprio il Katholikentag. “La storia ci insegna che il dialogo non è un’impresa facile”, osserva Bergoglio, e ricorda che “sono passati appena cento anni da quanto si è manifestato in termini negativi come gli uomini abbiano abbattuto dei muri e si siano negati al dialogo”. Scoppiò il “terribile” conflitto mondiale, al quale seguirono altre guerre e scontri “spaventosi”.
Quei muri fisici ancora sparsi in alcuni angoli della terra sono solo il segno tangibile dei “muri di diffidenza, di rabbia e di odio nei confronti degli altri” alzatisi “nei cuori” delle persone in quegli anni. È ciò che accade quando “l’uomo si isola nel suo risentimento”, dice Francesco: “Si erigono i muri, prima nei cuori e poi tra le case” e poi “diventa difficile la riconciliazione”.
Il pensiero, in Germania, non può che andare al Muro di Berlino, la barriera di protezione antifascista che spaccò in due la nazione per 28 anni. “Quanto dolore, quanta separazione ha portato quel muro”, esclama Bergoglio con una punta di amarezza. Ma la trasforma subito in una fiammella di speranza quando, poche righe dopo, ricorda tutti quegli uomini “che si sono riuniti nelle chiese per pregare per la pace” e “in forza della loro preghiera sono poi usciti nelle loro città, settimana dopo settimana”.
“Sempre più persone si sono unite a loro – scrive il Santo Padre – e alla fine, il Muro di Berlino è crollato”, il 9 novembre 1989, quando il governo tedesco-orientale decretò l’apertura delle frontiere con la repubblica federale.
Questa esperienza, nonostante sia ormai un ricordo sbiadito di 25 anni fa, lancia un appello quanto mai attuale ai cristiani di oggi a compiere fino in fondo la loro missione: “Pregare e poi uscire per portare agli altri la Buona Novella, alla quale l’umanità aspira tanto”, sottolinea il Santo Padre.
È così che si costruiscono i “ponti con Cristo” auspicati dal Katholikentag 2014: “Significa soprattutto pregare”, ribadisce il Pontefice, perché “la preghiera non è una strada a senso unico. È un vero dialogo. Cristo ci risponde e ci aiuta”.
A volte, però, “Gesù parla piano piano”, avverte Francesco; pertanto bisogna stare molto attenti ad ascoltare la voce di Cristo quando “ci parla attraverso il Vangelo e attraverso i nostri incontri con i nostri fratelli”. Ma soprattutto, “quello che conta – conclude il Papa – è essere vigili e leggere spesso il Vangelo”.