"Per le radici cristiane dell'Europa, con uno sguardo ad Est"

L’eurodeputato leghista Lorenzo Fontana auspica un risveglio culturale e politico per riaffermare i valori della famiglia e della vita. E indica Ungheria e Russia come modelli contro il relativismo

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Il capodelegazione della Lega Nord in Europarlamento è un deputato giovane e battagliero. Lorenzo Fontana, trentaquattro anni, veronese, non apprezza giri di parole, formule dialettiche politicamente corrette e compromessi. Piuttosto, predilige andare al sodo delle questioni ed esprimersi in modo schietto e sincero, a costo di inimicarsi quelli che lui chiama “buonisti”.

Scorrendo le pagine del suo sito è possibile cogliere uno spaccato di questa personalità genuina. In un passaggio della sua biografia scrive di amare da sempre “la gente e le tradizioni” della sua “terra veneta”. Tradizioni che oggi rischiano tuttavia di venir meno, schiacciate da una coincidenza di fenomeni tra i quali spicca la denatalità. Piaga, questa, che sta agitando sotto gli occhi di molti popoli europei la piaga dell’estinzione.

L’on. Fontana ne è ben consapevole. Lui, che è stato finora Vicepresidente della Commissione per la cultura e l’istruzione, sa che c’è dunque bisogno di un rimedio radicale a questo inverno demografico che minaccia il futuro dell’Europa.

In un’intervista a ZENIT spiega che “è necessario agire sia da un punto di vista culturale, quindi far capire all’opinione pubblica l’importanza della difesa della famiglia tradizionale composta da un uomo e una donna che concepiscono dei figli, sia azionare la leva fiscale, abbassando le tasse a quelle coppie che decidono di fare figli”.

Un modello in questo senso è rappresentato proprio da uno Stato membro. È l’Ungheria di Viktor Orbán, reduce da un trionfo alle elezioni politiche di aprile, il paradigma di Europa che risiede nella volontà di Lorenzo Fontana. Un governo che “ha riaffermato certi valori come la famiglia, la vita, sia culturalmente sia con azioni concrete”, riflette l’eurodeputato leghista.

Se si rivolge lo sguardo ancora più ad Est, è possibile riconoscere nella Russia di Putin un altro Stato cui far riferimento. Afferma Fontana, già membro di una Commissione che cura i rapporti tra Unione europea e Russia:L’Ue dovrebbe riaffermare le sue radici cristiane e accogliere al suo interno la Russia, che per storia, tradizioni, cultura e arte è europea”. Al contrario, il rappresentante del Carroccio disapprova l’attuale linea di Bruxelles, che “insegue e blandisce Paesi come l’Albania e la Turchia, accoglie un’immigrazione di massa islamica e persegue disvalori come il disconoscimento della famiglia a favore dell’educazione gender”.

Appena fa accenno all’immigrazione, colgo lo spunto per sottoporre a Fontana una tesi diffusa. Non sono forse i più energici e prolifici popoli extracomunitari a supplire al calo demografico dell’Europa e a garantire il ricambio generazionale? L’eurodeputato non la pensa così. “Lo scorso luglio a Bruxelles ricordai all’ex ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, in visita al Parlamento europeo, proprio come fosse importante alzare e incentivare il tasso di natalità e non, come avrebbe voluto lei, sostituire la nostra popolazione con gli immigrati”.

Il tasto è dolente, quanto lo stillicidio di persone che affrontano viaggi impervi pur di raggiungere le coste europee che affacciano sul Mediterraneo. E la loro, di vita? “La Lega pensa che i Paesi del Terzo Mondo vadano aiutati a svilupparsi a casa loro, mediante l’aiuto organizzativo e politico delle istituzioni internazionali, ad esempio l’Onu”, ribatte Fontana. Ritiene che questo sia l’unico modo per “dare dignità umana a questi disperati”. E aggiunge: “Il terzomondismo ‘peloso’ di una certa area politica sviluppa lo schiavismo”.

È facile intuire che si rivolge a quella stessa area politica che spinge per “il relativismo culturale che è in atto”. Segno di questo vento che soffia sull’Europa è stata l’approvazione della Risoluzione Lunacek, la quale“ha creato una discriminazione per chi si batte per la famiglia e i concetti naturali di uomo e donna”. Vano è stato il tentativo di Fontana e di altri due esponenti del Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, i quali hanno “proposto una risoluzione alternativa che evitasse discriminazioni al contrario e difendesse gli Stati europei dall’invasività dell’Ue in materia”.

“Per fortuna Lunacek non è vincolante, ma ci fa capire l’andazzo dell’Ue su questi temi”, sospira Fontana. E avverte: “L’importante nei prossimi anni sarà fermare sul nascere questi tentativi, che prevedo ci saranno”. E, “nonostante le lobby, che esistono, influenzano e spingono per lo sviluppo di questo relativismo culturale”, al giovane capodelegazione della Lega non manca l’ottimismo: “Credo che avremo i numeri per farcela e, anzi, per proporre all’Europa la visione tradizionale e naturale sui temi etici”.

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Federico Cenci

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