I Vescovi italiani “intendono rinnovare la loro attenzione e affetto a quanti il Signore affida alle loro cure pastorali in un momento particolarmente complesso e carico di sfide umane, culturali, sociali e religiose”. Lo scrivono gli stessi presuli nel loro Messaggio al termine della 66° Assemblea Generale
“Invitati dalle stimolanti parole del Santo Padre”, aggiungono, “avvertiamo l’urgenza di entrare nei ‘luoghi’ dove più forte è la sofferenza e il disagio della gente: primo tra tutti la famiglia, fortemente penalizzata da una cultura che privilegia i diritti individuali e trasmette una logica del provvisorio”.
In preparazione al prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia, la Conferenza Episcopale afferma di condividere “la densa riflessione sul ruolo pubblico della famiglia e sulla sua importanza fondamentale per il bene comune dell’Italia”, come già ampiamente evidenziato nella recente Settimana Sociale di Torino.
Altra grande preoccupazione che i vescovi avvertono “con sofferenza e speranza” è quella che il Papa ha chiamato “l’affollata sala d’attesa di disoccupati, cassaintegrati, precari dove il dramma di chi non sa come portare a casa il pane s’incontra con quello di chi non sa come mandare avanti l’azienda”.
Dalla CEI quindi l’esortazione rivolta a “tutti” ad una maggiore “solidarietà”, “fiducia” e “coraggio” per “non cedere alle difficoltà” e “cercare insieme nuove vie di sviluppo sociale con un’attenzione privilegiata ai giovani”. I vescovi si rivolgono poi alle Istituzioni invitandole “a porre il lavoro come una priorità su cui concentrare l’impegno di tutti”. “Nella precarietà la speranza” è infatti il tema su cui la Chiesa italiana rifletterà nel prossimo convegno di novembre.
Nel Messaggio, i presuli ricordando ancora le parole di Papa Francesco nel suo discorso di apertura di lunedì, in particolare il suo incoraggiamento a calare “la scialuppa che diventa abbraccio accogliente ai migranti, i quali fuggono dall’intolleranza, dalla persecuzione, dalla mancanza di futuro”. “Proprio in questi giorni – scrivono – si registrano nuovi sbarchi che sembrano destinati a crescere. Mentre ammiriamo e incoraggiamo la solidarietà di quanti con generosità aprono le porte delle loro case e del loro cuore a questi fratelli e sorelle in difficoltà, – un cordiale apprezzamento in modo speciale alle Caritas e a Migrantes – non possiamo non stimolare le istituzioni italiane e degli altri Paesi a farsi carico di questa situazione che coinvolge in maniera spesso massiccia l’Italia, ma interessa tutta l’Europa”.
E a proposito di Europa, i vescovi sottolineano che “i principi umani e cristiani che hanno ispirato la nascita dell’Unione Europea rimangono validi e vadano ripresi per un’applicazione reale, in una politica favorevole alla giustizia sociale, al lavoro per tutti, al sostegno della famiglia, alla vita, alla dignità della persona, alla solidarietà interna ed estera, all’accoglienza più attiva e condivisa dei migranti e rifugiati e ad una missione per la pace e la libertà religiosa nel mondo”.
In prossimità delle elezioni europee, la CEI reputa “molto importante” la partecipazione dei cattolici al voto. “Il Parlamento Europeo è l’unico organismo dell’Unione Europea eletto dai cittadini – ricordano – e quest’anno è la prima volta che ciò avviene, dopo le nuove competenze ad esso attribuite dal Trattato di Lisbona (2009)”. Pertanto “la partecipazione attiva alle elezioni è un’opportunità per esercitare la propria co-responsabilità per il futuro dell’Europa”.
Un ultimo pensiero, infine, al pellegrinaggio ecumenico di Papa Francesco in Terra Santa che i presuli accompagnano “con affetto filiale”, invitando ogni comunità “ad unirsi con noi nella preghiera”.
“Durante questi giorni – concludono poi – ci siamo sentiti molto vicini a tutti voi, fratelli e sorelle della nostra amata nazione, specialmente a voi sacerdoti, a voi persone di vita consacrata e a quanti collaborano con noi nel servizio alle comunità. La nostra prossimità, avvalorata dalla corale nostra preghiera, è rivolta soprattutto a quanti sono in difficoltà, in particolare anziani, pensionati, disoccupati, giovani perché guardino al futuro con speranza.