Il viaggio del Santo Padre in Terra Santa assume un profondo significato ecumenico. Lo storico abbraccio tra Paolo VI e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Atenagora I, avvenuto a Gerusalemme nel 1964, verrà rinnovato cinquant’anni dopo, il prossimo 25 maggio, dall’incontro tra papa Francesco e Bartolomeo I, successore di Atenagora.
L’immagine di quel gesto fraterno resta ancora oggi il simbolo di una ferita rimarginata, quella che per diversi secoli ha tenuto divise le due anime del cristianesimo europeo. La frattura si aprì con lo scisma del 1054 e si dilatò nel 1202-1204 a causa del saccheggio di Costantinopoli nel corso della Quarta Crociata.
Le sfide dell’attualità rendono oltremodo necessaria “una risposta comune all’umanità, che vive in una società individualista ed edonista, dove ogni coesistenza sociale è rotta perché vittima di un mondo economicamente globalizzato, ma moralmente disgregato”.
“Perché soltanto un mondo cristiano e unito – ha sottolineato oggi Bartolomeo ad AsiaNews – potrà dare una risposta alla crisi esistenziale che colpisce il mondo contemporaneo, che è globalizzato solo dal punto di vista materiale”.
La Terra Santa è un luogo dall’incommensurabile valore spirituale per ogni cristiano, ma oggi è anche un luogo di sofferenza e persecuzione per tanti discepoli del Vangelo. “Ciò dimostra – ha aggiunto Bartolomeo – che le risposte devono essere comuni: ogni guerra nel nome della religione è una guerra contro la religione”.
Nel corso del pellegrinaggio, sono previsti quattro momenti comuni tra papa Francesco e Bartolomeo I. Il primo, privato, avverrà la sera di domenica nella sede della delegazione apostolica a Gerusalemme. Dopo di che, le due autorità si recheranno al Santo Sepolcro per un incontro ecumenico, al termine del quale ceneranno insieme con i patriarchi, i vescovi e il seguito papale presso il Patriarcato latino di Gerusalemme. Il giorno dopo, ultimo del pellegrinaggio, il Papa andrà a fare visita al Patriarca di Costantinopoli nell’edificio antistante la chiesa ortodossa del Viri Galileai sul Monte degli Ulivi.
Incontri densi di significato. Così come lo è l’icona che raffigura l’abbraccio tra gli apostoli Pietro e Andrea, scelta come logo di queste giornate anche dal patriarcato latino di Gerusalemme. Quell’icona fu il dono di Atenagora a Paolo VI durante il viaggio del 1964 e fu fatta realizzare appositamente da un monaco del monte Athos su un soggetto inedito.
(F.C.)