Ieri mattina, alla Marcia per la Vita, coinvolti all’interno del lungo corteo, si riconoscevano i volti di alcuni noti politici. Esponenti di Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Lega Nord, Fratelli d’Italia non hanno voluto far mancare il loro apporto all’ormai consueto evento, giunto alla IV edizione, che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della difesa della vita.
Tra loro, Roberta Angelilli (Ncd), un curriculum di militanza con incipit agli inizi degli anni ’80, tempi del Liceo, trascorsi in quel “Giulio Cesare” balzato nei giorni scorsi agli onori delle cronache. È proprio tra i corridoi di quella storica scuola romana che la Angelilli inizia a manifestare, in un periodo di acceso dibattito a seguito dell’approvazione della legge 194, la propria sensibilità rispetto alla tutela della vita nascente, dei bambini e della famiglia.
Dal 1994, anno della sua prima elezione all’Europarlamento, prosegue la sua battaglia dagli scranni di Strasburgo, dove nel 2009 è anche eletta vicepresidente del Parlamento europeo. Relatrice, nel 2011, di una Direttiva contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale minorile e la pedopornografia, e attiva, l’anno seguente, sul tema della messa al bando delle mutilazioni genitali femminili.
Nei mesi scorsi ha votato contro la Relazione Estrela (respinta dall’Europarlamento) e la Relazione Lunacek (approvata), testi che sdoganano l’ideologia gender e invitano gli Stati membri ad attuare matrimoni omosessuali nonché libero accesso ad adozioni e maternità surrogata per coppie dello stesso sesso.
“Ci sono valori fondamentali – affermò la Angelilli a margine del voto contrario alla Relazione Estrela – su cui non è concesso alcun tipo di compromesso e il diritto alla vita è tra questi”.
La Angelilli confida a ZENIT di considerare una vittoria l’opposizione alla Relazione Estrela, testimonianza del fatto che “quando si fa massa critica, alla fine si vincono le battaglie”. Vincere una battaglia non è però sufficiente. Al secondo tentativo, infatti, un testo simile è stato approvato sotto il nome di Relazione Lunacek.
“Non bisogna mai abbassare la guardia”, avverte la Angelilli. La sua impressione, maturata in anni passati nei gangli della politica comunitaria, è che “coloro i quali sono orientati a favore dei valori della vita sottovalutano quei gruppi organizzati che, anche a livello europeo, militano in maniera energica e strategica” per affossare certi valori e propugnare le loro ideologie contro vita e famiglia.
“Si rivela quindi necessario – spiega l’eurodeputata – attuare una strategia uguale e contraria alla loro: bisogna affrontare queste sfide a favore della vita e della famiglia in modo più capillare e più attento”. Ciò che la Angelilli auspica è la creazione di “forti gruppi di pressione” che siano propositivi e che neutralizzino il tentativo di “quegli altri”, che “mirano a destabilizzare il sistema dei valori”.
Un tentativo in questo senso è rappresentato dall’iniziativa Uno di Noi. Quasi due milioni di firme sono state raccolte in tutta Europa per chiedere alle Istituzioni di proibire i finanziamenti ad attività che presuppongono la distruzione degli embrioni umani. Il 10 aprile scorso, a Bruxelles, si è avuta la Pubblica Udienza del comitato promotore da parte della Commissione europea.
Roberta Angelilli ha dato il proprio sostegno alla petizione. “Bisogna comunicare ai cittadini – afferma – l’importanza del valore della vita sin dal concepimento, soprattutto in questo momento di crisi non solo economica, ma anche dei valori e dei punti di riferimento”.
Il rischio, secondo lei, è che “a livello europeo passi la linea del materialismo, dell’individualismo, della politica contro la famiglia”. L’obiettivo è quindi spingere le istituzioni “a farsi carico di questi temi” e raccogliere le istanze dei cittadini, non delle lobby. Del resto, aggiunge la Angelilli, “l’Europa ha un senso se è l’Europa dei valori, dei popoli, della solidarietà, dei bambini”. I bambini, appunto. La vicepresidente del Parlamento europeo ritiene “importante puntare sul futuro, perché il nostro continente sta invecchiando, non si fanno più figli e senza figli non c’è futuro”.
Di bambini sorridenti ce ne sono molti attorno a noi, mentre dialoghiamo, durante la Marcia per la Vita. “Essere qui – chiosa Roberta Angelilli – significa coinvolgere la gente, partecipare, realizzare momenti di condivisione e mobilitazione”. Momenti come questi sono fondamentali, perché – conclude – “attraverso l’esempio, le testimonianze, si può rompere il muro dell’indifferenza rispetto a questi valori”. Un muro che passa da Bruxelles e divide l’Europa occidentale.