Come il sale che penetra e “ci invita a condividere la vita degli uomini”. E come la luce, che “entra dentro la pasta e dentro il candelabro”. Il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Angelo Bagnasco, intervenuto alla loro XV assemblea nazionale, ha spronato con queste parole il popolo dell’Azione Cattolica.
Un radicamento, quello dell’associazione cattolica più antica d’Italia, che appartiene alla sua “natura”, “alla sua origine e principio”. Per questo, il porporato ha invitato i membri a non perdere mai questo valore e a mettere “ogni impegno per allargare e approfondire quest’esperienza”.
"Vieni e vedi - ha aggiunto - sono le cifre della Chiesa in uscita. Non temete di essere riconoscibili e propositivi".
C’è solo un modo però, “per uscire verso il mondo e verso le strade della vita”, ossia lo “stare con il Signore, per esporci a Lui che ci trasforma in una piccola lampada dove brilla la sua luce".
Dalla diagnosi del card. Bagnasco emerge sì un mondo che “vive nelle ombre”, ma che allo stesso tempo “desidera la luce”. Questo desiderio, ha aggiunto, “è una grande grazia, una grande opportunità pastorale e apostolica”.
Del resto, “al di là delle apparenze, dei rifiuti, delle differenze, delle distrazioni, vi è un cuore che non cambia: il cuore dell'uomo", che "desidera la luce e la desidererà sempre".
Gli uomini, secondo il presidente della Cei, sono vittime e non carnefici, “non sono malvagi”, piuttosto “sono distratti da mille cose, confusi da valanghe d’idee urlate, da bisogni indotti”. Ingannati dalle “menzogne” che “i più forti e i più furbi hanno tutto l’interesse ad alimentare”, perché “una società smarrita e confusa è debole e quindi può esser meglio condizionata e usata per i propri interessi".
Il cardinal Bagnasco ha dunque posto l’accento sull’importanza del ruolo dei laici in questa “grande opportunità pastorale e apostolica”. Rivolgendosi ai sacerdoti che hanno accompagnato in Vaticano i gruppi dell’Azione Cattolica, ha detto: "Cari sacerdoti non siete soli: questa gente è con voi".
“È questo - ha spiegato il cardinale indicando gli ottomila che gremivano l'Aula Nervi in attesa dell'incontro con Francesco - il 'Popolo delle beatitudine': senza la grazia non possiamo fare niente, dobbiamo essere là dove viviamo nei nostri ambienti, nei luoghi di lavoro".
"Senza il sale il cibo è insipido, senza il sale di Gesù la vita è scialba", ha ricordato il presidente della Cei, che ha proseguito: "in concreto serve il sale della gioia, c'è un mondo triste attorno a noi e tutti possiamo essere presi da questa malinconia, dal ripiegamento su noi stessi".
Ma il Signore ci invita “a essere un pizzico di sale e così subito si scatena la gioia, noi siamo dentro la pasta della vita di tutti come presenza di gioia. E come lievito".
L’immagine proposta dal porporato è quella di Gesù che ha aggiunto “sale della terra e luce del mondo”. Mentre il sale “ci invita a condividere la vita degli uomini, scuola casa politica”, la luce, “gioia dentro la pasta e dentro il candelabro". "Siate - ha poi concluso rivolto al popolo dell'Azione Cattolica - sale e luce".