Che la crisi sia occasione di rinascita

L’economia del dono e della gratuità al centro delle riflessioni di mons. Mansueto Bianchi, durante l’assemblea nazionale dell’Azione cattolica conclusa oggi

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Si conclude oggi a Roma la XV Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, iniziata lo scorso 30 aprile. Tema dell’incontro è stato Persone nuove in Cristo Gesù Corresponsabili della gioia di vivere. Giunti da tutte le diocesi d’Italia, i delegati dell’Azione cattolica hanno partecipato alla veglia di preghiera che ha aperto l’assise, significativamente dedicata alla “Speranza nella precarietà”. 

A guidare la preghiera, mons. Mansueto Bianchi, assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana,che nella sua riflessione ha voluto sottolineare quanto “gratuità e misericordia devono essere cifre di una sana economia, che sia davvero per l’uomo”. “La misericordia – ha detto il presule – è lo stile con cui Dio ama” e chiede di diventare “il modo di amare della Chiesa e nella Chiesa di ogni discepolo del Signore”. “Il dono, la cura, la gratuità, l’attenzione all’ultimo appartengano al nostro modo di fare città, di fare anche relazione economica”.

L’assistente generale dell’Azione cattolica ha espresso inoltre seria “preoccupazione” per chi “pensa che per uscire dalla crisi si debba incentivare quel modello consumistico e mercantilistico che alla crisi ci ha condotto”. “Quello che siamo vivendo – ha affermato – che è scritto in maniera cruenta sulla nostra pelle e sulla pelle di queste nostre generazioni, ci chiede di cambiare il modello delle nostre relazioni, anche della relazione economica”.

Non si può permettere al mercato di fare “macelleria umana” e solo dopo intervenire – come società, volontariato, Chiesa – per “curare i feriti e seppellire i morti del massacro che è stato compiuto”, è la denuncia di mons. Bianchi. Per questo, è necessaria “un’economia che abbia al suo interno spazio per la gratuità, dove ci sia strutturalmente attenzione per chi è fragile”.

Il pensiero del presule va quindi “ad un’economia che ponga al centro la persona e la famiglia, come il più prezioso dei beni, il più grande dei tesori”. “Penso – ha detto – ad un’economia che non mira al benessere di qualcuno, alla ricchezza dei pochi in un mare crescente di precari e di poveri. Un’economia amica dei popoli, della persona, della felicità”.

Non è un’utopia, “è possibile e potrebbe essere, anzi è il frutto bello di quella novità di vita, di quelle persone nuove che noi siamo in forza dell’incontro con il Signore”. A patto che, ha concluso l’assistente generale di AC, “dentro lo scrigno del cuore non ci sia l’idolo dell’interesse ma il dono, non l’idolo del possesso ma il servizio, la misericordia”.

Nella relazione introduttiva Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, ha invitato invece ad affrontare le sfide di questo tempo singolare con speranza e un maggiore impegno, come cristiani e come cittadini. Ha poi lamentato la situazione di “giovani, costretti alla disoccupazione o messi alle corde da una precarietà che ormai non è più una parentesi di vita, una situazione di passaggio, ma una condizione esistenziale”

E ha denunciato le “sacche di privilegio che tolgono opportunità a chi le meriterebbe; un sistema imprenditoriale troppo connesso ai poteri politici locali e nazionali; un sistema educativo, scolastico e universitario sempre più in affanno; l’assenza di una strategia di formazione permanente per chi si avvia, entra ed esce dal mercato del lavoro”.

Come Azione Cattolica – ha affermato Miano – “siamo certi che ogni ragazzo, adolescente, giovane e padre o madre di famiglia che riusciamo a portare “dentro” la comunità, sottraendolo a disagi e sofferenze morali e materiali, offrendogli cura e presenza di speranza, è un colpo duro che infliggiamo a chi fonda il suo potere sulla paura e sulla disperazione”.

Anche per questo motivo, l’Azione Cattolica raccoglie l’invito di papa Francesco ad “uscire”, ad andare incontro alle persone senza stancarsi di farlo”. Citando la Evangelii Gaudium, il presidente Miano ha ricordato che “la missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo”. In particolare, quella dell’Azione cattolica è “una passione che ha come obiettivo la persona, tutta la persona”, per questo l’associazione assume come “suo compito primario un’evangelizzazione che si riscopra come l’imparare a raccontare ad ogni uomo e ad ogni donna le meraviglie di Dio, l’incredibile bellezza dell’incontro con il Signore che cambia l’esistenza”.

“Nel nostro impegno educativo, che è tutt’uno con l’annuncio del Vangelo – ha concluso Miano – vorremmo che emergesse sempre più che la fede non è distante dalla vita, ma, al contrario, la trasforma radicalmente anche nella sua quotidianità”.

Ieri, la Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica italiana è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Al Capo di Stato, Franco Miano ha manifestato le attese e le preoccupazioni dell’associazione, ma soprattutto l’apprezzamento e la vicinanza per l’opera che Napolitano svolge in difesa delle istituzioni democratiche e repubblicane, “per un maggiore dialogo tra le forze politiche” e “per una rinascita morale capace di dare nuovo slancio al rapporto istituzioni-cittadini, e il suo impegno per far uscire dalla crisi l’Italia”.

Nel sottolineare l’attenzione alla democrazia vissuta dall’associazione, non solo storicamente ma quotidianamente coniugata, il presidente di AC ha prospettato al presidente della Repubblica il particolare impegno rivolto dall’Azione Cattolica al tema della legalità e alla questione lavoro, mettendo in primo piano le famiglie e le giovani generazioni. Infine, particolare preoccupazione è stata manifestata per le difficoltà che il cammino dell’Europa sta vivendo. Parole che hanno trovato una profonda consonanza con il pensiero del Capo di Stato.

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ZENIT Staff

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