Lettura
Gamalièle, un sinedrita retto e accreditato presso le autorità religiose di Israele, si schiera apertamente a favore degli apostoli. Le sue parole hanno il merito di convincere i più scettici del sinedrio a rimettere in libertà gli stessi apostoli. Il miracolo della moltiplicazione dei pani operato da Gesù è invece l’unico miracolo riportato da tutti gli Evangelisti, a riprova della sua importanza già per le prime comunità cristiane. Secondo la conclusione della pagina evangelica, il miracolo prova che Gesù «è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!».
Meditazione
L’ardente zelo missionario degli apostoli, continuamente sostenuto dalla presenza del Risorto, sembra non conoscere alcuna flessione e non essere intimorito da eventuali situazioni di avversità e pericolo. Lo stesso Gamalièle, che dinanzi al sinedrio assume le vesti di avvocato d’ufficio, vede ridimensionato il proprio ruolo in difesa di Dio e della verità a causa del coraggio e dell’audacia con la quale ciascuno degli Apostoli desidera annunciare Cristo per non venire meno alle proprie responsabilità davanti al Vangelo. Il racconto degli Atti è sorprendente anche nelle sue battute finali: nonostante i colpi di flagello e l’ordine di non parlare più di Gesù, essi se ne andarono via dal sinedrio lieti e gioiosi di poter conformare la loro vita a quella di Cristo, che li ha preceduti sulla via della croce. Il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci che è segno e allo stesso tempo profezia del dono dell’Eucaristia. Gesù, dopo aver ordinato ai discepoli di far sedere la folla, compie dei gesti eucaristici: egli prendei pani, rende grazie (letteralmente “fa eucaristia”) e li offrea quelli che sono seduti. Gesù prende, rende grazie e dona: sono questi i verbi che esprimono la cena del Signore e racchiudono il significato più alto del nostro partecipare al banchetto eucaristico. Gesù, pane vivo disceso dal cielo, si dona a ogni uomo in abbondanza. Egli non offre la razione quotidiana di pane che basta per soddisfare i propri bisogni, ma il cibo di vita eterna. I dodici canestri pieni di pezzi avanzati hanno una carica altamente simbolica: non indicano soltanto la sovrabbondanza del dono, ma simboleggiano la Chiesa che continuerà a prendere, a rendere grazie e a donare il pane eucaristico.
Preghiera
Signore Gesù, sei tu il pane eucaristico che nutre il mio bisogno di te e mi rende pienamente partecipe della tua risurrezione, aprendo la mia vita all’immortalità. Concedimi la gioia di poter sempre accostarmi al tuo banchetto di vita eterna con animo degno e con cuore aperto alla lode e al ringraziamento.
Agire
Partecipare alla Messa significa partecipare al banchetto eucaristico. Mi impegnerò a non distrarmi durante la consacrazione del pane e del vino e ad accostarmi alla santa comunione in stato di grazia.
Meditazione del giorno a cura di monsignorVito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it