Perdersi nel bosco

Cosa Dio oserà dirci appena ci perdiamo in Lui

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Spesso, quando sento il bisogno di riposare, mi immagino di inoltrarmi in un bosco e là subito ti metti ad ascoltare il silenzio sottolineato dal leggerissimo stormir delle foglie, qua e là rafforzato da folate di vento…

Passo dopo passo t’accorgi che la tua mente perde i pensieri noiosi e le idee che ti turbano e accoglie con più facilità sentimenti di serenità e di pace. E cammini e ti addentri.

All’inizio cerchi un sentiero per sentirti più sicuro e protetto, ma poi non solo un percorso obbligato ti fa sentire sicuro, ma tutto il bosco ti si fa amico. Allora un passo qua, un altro là; un andare che sembra un vagare, ma è esattamente inoltrarsi, spingersi nel folto: un perdersi.

Non ti domandi più dove stai andando, né da dove vieni. Non ti interessa né l’uscita, né l’entrata.

Non c’è né da entrare, né da uscire perché ti stai ritrovando. E’ quel classico perdersi nel bosco che ti accade a tua insaputa perché il bosco sta diventando la tua casa, lo senti la tua casa perché ti sta donando ciò che altri ti promettono, ti dicono, ma non sanno mai darti.         

Mai nessuno si è perso in casa sua; anzi proprio là finalmente ti riposi. In casa mia, fin da piccolo, udivo spesso una frase: “Mi sono perso via” per mezz’oretta; significava: mi sono riposato. Non si diceva: ho dormito…ma “mi sono perso via”.     Ecco il riposo del bosco: non è il bosco che ti fa riposare, ma il perderti nel bosco.

Si perde non tanto chi non sa più come uscire, ma si riposa chi si perde così bene da non essere più interessato ad uscire, né si pone nemmeno il problema; ha trovato ciò che di più bello cercava e che altrove – fuori del bosco – ha sempre cercato e a stento ha intravisto, ma mai trovato.

Nel silenzio di questa pace, questa serenità, cominci ad ascoltare meglio la parola che vuol dirti da tempo la foglia che cade, odi il pacifico scricchiolare dei rami forzati dal vento in un dialogo continuo tra loro; nel folto della solitudine godi la protezione dei tronchi diventati ad ogni passo tuoi preziosi compagni che, se badi bene, ti stanno ringraziando perché finalmente c’è chi li ascolta: avevano da tempo tanto da dire; ma non possono dirlo se non a chi si perde nel loro silenzioso dialogo.

Il bosco osa dire parole più vere e profonde solo a chi vi si perde per poterlo ascoltare.

Chissà cosa Dio osa dirci appena “ci perdiamo in Lui”.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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