Riportiamo di seguito la parte introduttiva della prolusione del cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, in Australia, tenuta ieri, venerdì 25 ottobre, nella Basilica S. Marco a Venezia al “Dies Academicus” 2013/14 dello Studium Generale Marcianum.
Per leggere il testo integrale della prolusione si può cliccare qui.
***
L’Anglosfera
L’Anglosfera include le isole britanniche, l’Irlanda, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada anglofono e in qualche misura gli Stati Uniti d’America.
Gli Stati Uniti rappresentano un mondo a parte, un subcontinente autosufficiente, anche più del Brasile, non sempre molto interessato verso il mondo esterno. A differenza delle altre parti del mondo anglofono in Occidente, che ora si stanno anch’esse modificando a causa dell’immigrazione, gli Stati Uniti d’America hanno già accolto molti migranti tedeschi e attualmente un crescente numero di ispanici. Il loro primato in ogni sfera, eccetto il cricket, è riconosciuto.
I moderni mezzi di comunicazione e di trasporto hanno ravvicinato questi mondi geograficamente dispersi. Molti anglofoni quando vengono in Europa, specialmente quando si tratta di figli di immigrati di seconda o terza generazione, fanno di Londra la loro base.
Molti australiani seguono il calcio inglese così come molti italo-australiani si interessano del calcio italiano (io sono un Romanista!) e alcuni giovani australiani seguono il basket americano. Oltre l’Occidente, l’Anglosfera coincide in parte con il Sud-Africa, lo Sri-Lanka, il Pakistan e l’India, grandi estimatori del cricket, mentre i 50-60.000.000 esponenti della classe media anglofona in India costituiscono un mercato più grande di quello britannico per i libri in lingua inglese. Mi sembra ancora più importante notare che in questi paesi più importanti istituzioni di governo, giudiziarie, bancarie, i media, gli ospedali si sono sviluppati a partire da origini inglesi, anche se i Padri Fondatori degli Stati Uniti si ispirarono anche ad altri modelli. La Chiesa Cattolica fu istituita dalla Diaspora irlandese, che accompagnò l’espansione imperiale inglese.
In tutti i paesi anglofoni dell’Occidente ad esclusione dell’ Irlanda e di Malta i Cattolici sono una minoranza, che va da circa il 24% negli USA (2007), al 19% dell’Inghilterra (2011) e al 12,6 % della Nuova Zelanda (2006). La maggioranza della popolazione rimane anglicana e protestante, con un basso tasso di praticanti e un crescente tasso di disaffezione. Coloro che si auto-definiscono privi di religione stanno rapidamente crescendo; in Australia dallo 0,3% del secondo dopo guerra al 22,3% di oggi (mentre i cattolici sono il 25,3% della popolazione). Questa crescita dell’irreligione è più lenta negli Stati Uniti dove chi non appartiene a nessuna religione (cioè atei, agnostici o coloro che dichiarano di non credere in ‘niente in particolare’) rappresentano il 16% della popolazione (2007).
In Inghilterra i cattolici sono stati perseguitati periodicamente, anche se con un accanimento in costante diminuzione, dal tempo di Re Enrico VIII, regnante dal 1529 al 1547, fino a quando nel 1829 Daniel O’Connell, lo statista irlandese, promosse la legge per l’“Emancipazione cattolica” e il diritto dei cattolici di sedere al Parlamento di Westminster. Sentimenti anti-cattolici continuarono a serpeggiare tra le classi dirigenti ovunque nel mondo anglofono per buona parte del ventesimo secolo mentre le violenze tra protestanti e cattolici in Irlanda proseguirono fino al 1998, quando il primo ministro britannico Tony Blair e i leader irlandesi conclusero gli Accordi di Pace del Venerdì Santo. J. F. Kennedy(1917-63) è stato il primo e unico Presidente cattolico degli Stati Uniti d’America, anche se l’Australia ha avuto diversi primi ministri cattolici.
Ciò significa che in questo mondo non troviamo la tradizionale alleanza tra trono e altare,né qualche legame significativo tra la Chiesa e la serie di oligarchie (eccetto forse per l’Irlanda per diversi anni dopo l’indipendenza)che hanno mantenuto il potere in parlamento attraverso le procedure democratiche.
Molti cattolici delle colonie inglesi avevano origini irlandesi, e persino negli Stati uniti l’antagonismo razziale tra inglesi e irlandesi, legato alle spinte indipendentiste irlandesi, complicava la scena religiosa.
Fino a ben oltre la fine della seconda guerra mondiale, i cattolici che si indentificavano con il Partito laburista, e negli Stati Uniti con i Democratici, accolsero prontamente e senza difficoltà l’enciclica di Papa Leone XIII Rerum Novarum del 1891 sui nuovi mondi dell’industrialismo e della democrazia e salutarono con favore la separazione tra Stato e Chiesa, che forniva alle comunità cattoliche una certa protezione da governi ostili e invadenti. Il mondo anglofono occidentale non ha grandi aree periferiche degradate, né un popolazione contadina impoverita e analfabeta.
(…)