Papa Francesco ha ricevuto, questa mattina, in udienza privata, il Presidente della Repubblica di Guinea Equatoriale, il sig. Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, il quale successivamente ha incontrato l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Nel corso dei cordiali colloqui - riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - "è stato evocato il positivo contributo della Chiesa cattolica in favore dello sviluppo umano, sociale e culturale del Paese, particolarmente in campo educativo ed assistenziale", come pure "la collaborazione con lo Stato per migliorare il tenore di vita della popolazione".

Al termine dell'udienza, il presidente si è spostato nella Sala dei Trattati del Palazzo Apostolico Vaticano dove, insieme a mons. Mamberti, ha proceduto allo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica di Guinea Equatoriale sulle relazioni tra Chiesa cattolica e Stato, firmato a Mongomo il 13 ottobre 2012. L'Accordo, informa una nota vaticana, è costituito da 19 articoli e da un Protocollo Addizionale, e "fissa il quadro giuridico dei rapporti reciproci nell’ambito dell’indipendenza e dell’autonomia della Chiesa e dello Stato". Entra quindi in vigore con lo scambio degli strumenti di ratifica, ai sensi dell’articolo 18.1 dell’Accordo medesimo.

Ringraziando i presenti alla cerimonia, a nome del Segretario di Stato, mons. Mamberti ha ricordato che il solenne atto "è stato firmato nella cornice dei festeggiamenti per la festa nazionale, nell’imponente Basilica di Mongomo" che il presidente Mbasogo "ha contribuito a erigere in onore della Beata Vergine Maria". "L’Accordo - ha proseguito il Segretario per i Rapporti con gli Stati - è frutto di alcuni anni di trattative, marcate da uno spirito di dialogo costruttivo e contraddistinte dalla comune ricerca degli strumenti giuridici più adeguati per sancire il riconoscimento da parte dello Stato dell’importante lavoro che la Chiesa cattolica svolge a servizio del popolo della Guinea Equatoriale". Un servizio, ha rimarcato Mamberti, "fatto oltre che di conforto spirituale, di educazione dei bambini e dei giovani, di assistenza dei più bisognosi, di cura dei malati e di tante altre attività, che cionondimeno contribuiscono alla crescita spirituale e materiale del vostro amato popolo".

Con la stipula di questo Patto, la Chiesa dunque "potrà prodigarsi con sempre maggiore decisione e generosità per il bene comune", in quanto essa - ha sottolineato il presule - "non ricerca privilegi particolari, ma, con il suo contributo libero e creativo, desidera rinnovare il proprio impegno per uno sviluppo umano integrale, indispensabile fattore per l’edificazione di una società sempre più armoniosa, animata dalla giustizia e dalla pace". Naturalmente, ha concluso, "la missione ecclesiale potrà essere ancora più fruttuosa e incisiva, se i principi contenuti in questo Accordo troveranno da ambo le Parti piena accoglienza e applicazione". Il vescovo, infine, ha ringraziato tutti coloro che "si sono adoperati per il felice esito delle trattative e affidare il caro popolo della Guinea Equatoriale alla materna protezione di Maria Immacolata, sua celeste Patrona".