Anche i vescovi delle Chiese cattoliche di rito orientale d’Europa fanno sentire la loro voce. Al termine ieri del loro incontro annuale a Kosice, in Slovacchia (17-20 ottobre), nella ricorrenza dei 1150 anni dell’arrivo dei Santi Cirillo e Metodio tra i popoli slavi, i presuli hanno rivolto un appello “ai loro fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà”, dicendo:“Le nostre ricche tradizioni non resteranno un monumento da ammirare e ricordare, ma una sorgente di vita per guarire la cultura europea che sempre di più si sta secolarizzando e scristianizzando”.
Nel messaggio – ripreso dall’agenzia Sir e presentato in una conferenza stampa alll’Università cattolica di Kosice – i vescovi scrivono: “Veniamo ancora una volta ad affermare e ricordare le radici cristiane dell’Europa, profondamente convinti dell’attualità del messaggio dei Santi Cirillo e Metodio”. Poi aggiungono: “Una civiltà e una cultura europea, sradicata dal vangelo salvifico di Cristo non potrà costruire una società umana solida, fondata su valori etici, morali e sulla famiglia che garantiscono giustizia e pace tra i popoli. Una cultura senza Dio conduce l’uomo alla disperazione e alla morte”.
Ciò che i vescovi propugnano è “una cultura della vita e della speranza: una cultura che sia capace ad abbracciare l’uomo in tutte le sue dimensioni e a creare fratellanza, amore, amicizia e solidarietà, specie verso il povero, l’emigrato e l’abbandonato”.
Quindi l’appello, sulla scia di Papa Francesco, a deporre presto le armi in Siria e in tutto il Medio Oriente e in particolare in Siria. “Nel corso del nostro incontro – si legge ancora nel testo – abbiamo guardato con apprensione alla drammatica situazione di sofferenza dei nostri confratelli e fedeli cristiani in Medio Oriente, e in particolare in Siria. Uniti al Santo Padre e ai vescovi locali, chiediamo che la via del dialogo sia intrapresa con più decisione e che alla preghiera si uniscono decisioni politiche fondate sulla giustizia e nel rispetto delle varie comunità religiose che portino a un immediato cessate il fuoco, all’abbandono di ogni forma di violenza e alla fine dell’ingresso di armi che alimentano la guerra nel Paese”.