“Fondazione e Terra”, pubblicato nel 1986, è il settimo e ultimo libro del famoso ciclo della Fondazione di Isaac Asimov, che è stato tra le mie letture di gioventù. Fu proprio leggendo questo libro che sentii parlare per la prima volta di ermafroditi, esseri che sono in grado di riprodursi da soli, poichè hanno entrambi gli organi genitali, ossia sono sia maschi che femmine o nessuno dei due, dipende da come si guarda la cosa. Sembra ci siano delle specie animali in grado di cambiare sesso per potersi riprodurre, ma in quel libro si parlava di esseri umani, di Terrestri, o meglio esseri umani che un tempo erano stati abitanti della Terra. L’avevano lasciata per stabilirsi su un pianeta immenso, Solaria, sul quale vivevano in condizioni molto agiate, circondati dai robot e lontanissimi gli uni dagli altri. Si incontravano solo per unirsi ai fini della riproduzione. Questo accadeva nel “Ciclo dei Robot”, ma in “Fondazione e Terra”, i Solariani si sono ulteriormente evoluti:
Giunti sul nuovo pianeta, Solaria, e scesi a terra, i tre vengono contattati da un gruppo di robot; Pelorat grazie alle sue conoscenze delle lingue antiche, riesce a farsi capire; sopraggiunge quindi un essere umano, il padrone della grande tenuta, di nome Bander. Dapprima amichevole, Bander porta Trevize, Pelorat e Bliss nella sua dimora sotterranea; egli è un essere completo, ermafrodita, […] Solaria è occupata, già come nel passato, da pochissimi abitanti che non si incontrano mai, anche perchè ora non hanno più necessità di rapporti sessuali.
Ah! La fantascienza! La grande capacità che ha di gettare fasci di luce sui sogni più oscuri degli esseri umani e suoi delirii di onnipotenza mi ha sempre affascinata. Penso sia proprio ora che facciamo ritorno dai nostri lunghi viaggi spaziali, per vedere cosa ne è stato della Terra. Nessuno è andato via, per stabilirsi su Solaria, ma per alcuni è come se ciò fosse avvenuto. Mentre un tempo c’erano gli uomini e le donne, che avevano bisogno l’uno dell’altro per riprodursi, ora cominciano a circolare esseri umani che intendono autoriprodursi, che non hanno più bisogno dell’altro.
I Solariani non sopportavano la vicinanza fisica dell’altro, provavano ripugnanza ad unirsi carnalmente, ma non avevano a disposizione la fecondazione artificiale e dunque erano costretti a farlo, per non estinguersi. La soluzione per loro è stata quella di divenire al tempo stesso maschio e femmina e di perdere, dunque, l’unico tratto davvero distintivo che li rendeva Terrestri! Facendo ciò si sono condannati alla solitudine, poichè hanno rinunciato ad aprirsi alla “relazione” uomo-donna. Ai Solariani premeva riprodursi, ma per loro non era necessario che questo fosse frutto di una relazione, bensì di un semplice atto, di coppia prima e da singoli dopo.
Così oggi per molti la riproduzione si sta sganciando dalla relazione e dagli atti di coppia, per divenire l’atto di un singolo. Non sappiamo come cominciò esattamente per i Solariani, dovremmo chiederlo ad Asimov. Con tutta probabilità furono animati da nobili intenzioni, ma rinunciando poco a poco alla loro appartenenza alla Terra, diventarono vittime della loro stessa evoluzione. Non sappiamo come cominciò esattamente, ma possiamo dire che la solitudine dei Solariani è già in atto.