Maria e il Nilo

Come il grande fiume africano, la Madre di Gesù è la “piena per sé, ma sovrabbondante, straripante per noi”

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Scrivo con gusto qualche riga a favore del Nilo e della vitalità che, a sua insaputa, porta a coloro che gli vivono accanto. Risuonano dentro di me queste riflessioni.

Grazie al Nilo, la ‘disgrazia’ dell’inondazione diventa sinonimo di rinascita e di vita sovrabbondante. Possiamo ricordare col Manzoni che Dio, quando sembra togliere qualcosa all’uomo, lo fa solo per ridonargli un bene più vero.

Avviene che, straripando, le acque del Nilo depositano nelle grandi aree da lui ricoperte un limo altamente fertilizzante, una “manna” per quelle terre generosamente irrigate; è una vera provvidenza per le fortunate popolazioni che gli vivono accanto.

Ed è la benedizione, la fortuna, la provvidenza riversata sulle popolazioni vicine che maggiormente mi piace sottolineare parlando del Nilo. Esso straripa, esonda, tracima, inonda. Non gli bastano le piene, non si accontenta di un letto larghissimo, non vive solo per sé; ma sente la spinta, l’urgenza di donare, di “comunicare”.

Fortunati quelli che vivono con i santi, con i fondatori degli ordini religiosi, immersi nelle realtà che sono i carismi nella Chiesa. Anime che trasudano Dio e Dio solo.Ma vorrei particolarmente riferirmi a Maria che i dottori della Chiesa definiscono “plena sibi, superplena nobis”: la “piena per sé, ma sovrabbondante, straripante per noi”.

Grazie alla bassezza di Maria, grazie alla sua abissale umiltà Dio l’ha potuta inondare di sé per me, per te, per l’umanità intera.

Maria, la piena di grazia, straripa e ci inonda solo di quel Gesù che è “la sovrabbondanza del Padre”.

Ciao da P. Andrea 

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Andrea Panont

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