Un solo grazie

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il brano del Vangelo odierno è collocato nella “sezione samaritana” di Luca, comprendente i capitoli 17-19. Per la terza volta si segnala che Gesù è in cammino verso Gerusalemme (Lc 9,51; 13,22; 17,11). Più che una precisa delimitazione geografica, qui c’è la sorprendente risposta positiva degli “stranieri” alla predicazione di Gesù. Dei dieci lebbrosi, uno solo, non giudeo, si mostra campione di gratitudine. Gesù gli dice: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!» (Lc 17,18-19). Dio agisce per il nostro bene: qual è il nostro spazio di collaborazione, se non la riconoscenza? 

Meditazione

Gesù attraversa la Samaria e la Galilea. Gli si presentano dieci lebbrosi. La Legge dichiarava impuri i lebbrosi, li allontanava dalla società e li obbligava a vivere da soli (Lev 13,9-17.45-46; Lam 4,15). Chiunque li toccava, diventava anch’egli impuro. L’episodio, riferito solo da Luca, rivela l’attività taumaturgico-salvifica di Gesù e la gratitudine, uno dei temi cari all’evangelista. Nel suo Vangelo, infatti, molte volte dice che la gente rimaneva ammirata per quanto Gesù compiva, e lodava Dio, così come riporta vari cantici che esprimono la riconoscenza. Uno tra tutti il Magnificat di Maria (Lc 1,46-55). Le parole ascoltate ci invitano a identificarci con i lebbrosi. Gesù entra nella nostra povertà, nel nostro peccato, nel nostro dolore. Egli passa e attraversa la nostra vita offrendoci salvezza. Andiamo anche noi incontro a Lui, come i lebbrosi, aprendo il nostro cuore, il nostro essere bisognosi di aiuto. Ripetiamo come i lebbrosi: “Gesù, maestro, abbi pietà di me!”. Scopriremo allora lo sguardo amorevole di Gesù che non si allontana da noi, non ci scaccia, ma che, vista la nostra fede, ci guarisce con la forza della parola. Anche a noi dice: “Àlzati!”. È la Pasqua della nostra vita, la vittoria sulla morte, la domenica che non tramonta, la luce dopo le tenebre! Un’esperienza meravigliosa, quella della guarigione interiore, del perdono e della salvezza che ci riempie di gratitudine. Come non ringraziare allora il Signore per quanto compie in noi? Come non raccontare a tutti le cose stupende che egli compie? Come non ringraziarlo infinitamente? Guardiamo la nostra vita e contempliamo i prodigi che il Signore ha compiuto, compie e compirà in noi! Sant’Agostino ci ammonisce: «Voi, dunque, soprattutto voi che capite ciò che udite, sollevate il cuore guarito dalla malattia, purificato dalle tentazioni di novità e ringraziate Iddio» (Sermoni 176,5). 

Preghiera

Aiutaci, o Signore, a riconoscere la guarigione che solo tu puoi donarci e a spendere per te la nostra salute e il nostro tempo. 

Agire

Cercherò di riconoscere la guarigione più importante ottenuta dal Signore e di condividere con qualcuno il ringraziamento. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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