CCEE: "Abbiamo una Speranza che il mondo cerca"

Conclusa ieri a Bratislava l’Assemblea Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa

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L’annuale assemblea plenaria dei Presidenti delle Conferenze episcopali in Europa si è svolta quest’anno a Bratislava, in occasione del 1150° anniversario dell’arrivo dei Santi Cirillo e Metodio in terra slovacca, su invito dell’Arcivescovo locale e Presidente della Conferenza episcopale slovacca, mons. Stanislav Zvolenský.

All’incontro hanno partecipato tra l’altro, il Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Cardinale Marc Ouellet e il Nunzio Apostolico in Slovacchia, l’arcivescovo Mario Giordana.

Nel messaggio inviato al cardinale Péter Erdő, Presidente del CCEE, Papa Francesco ha espresso il suo apprezzamento e la sua vicinanza per il lavoro delle Conferenze episcopali in Europa, in particolare per il loro contributo di riflessione sul tema della laicità e per la promozione di una cultura “che coniughi in constante armonia fede e ragione, verità e libertà”.

L’assemblea plenaria del CCEE ha accolto all’unanimità, a seguito del parere favorevole dalla Congregazione per i Vescovi, la richiesta di S.E. Monsignor Philippe Jourdan, Amministratore apostolico d’Estonia, di diventare membro del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa.

Mons. Duarte da Cunha è stato riconfermato all’unanimità per un secondo quinquennio (2013-1018) nella sua funzione di Segretario Generale del CCEE.

Il Primo Ministro slovacco, Robert Fico, intervenendo in apertura dell’incontro, ha sottolineato come la Chiesa e lo Stato in Slovacchia sono impegnati in una collaborazione efficace per il bene dei cittadini del Paese.

Dal canto suo, il Presidente della Repubblica slovacca, Ivan Gasparovic, incontrando i partecipanti in udienza, venerdì 4 ottobre, ha ricordato che la vera laicità è quella che rispetta e apprezza la dimensione religiosa di una società.

La concomitanza con la celebrazione dei 1150 anni dell’arrivo dei Santi Cirillo e Metodio è, per il Presidente Gasparovic, motivo di apprezzamento per l’eredità spirituale dei fratelli tessalonicesi che fa parte della costruzione e del sistema dei valori della civiltà europea.

Il tema centrale dell’incontro di Bratislava ha voluto verificare lo spazio riconosciuto alla religione, e quindi il ruolo delle comunità religiose, nelle società dei paesi europei, che si dimenano tra laicità e laicismo.

L’introduzione è stata affidata alla prof.ssa Emila Hrabovec, docente di storia, che ha esposto le conclusioni di un’indagine svolta presso le Conferenze episcopali. Successivamente, il prof. Francesco d’Agostino, docente di filosofia del diritto, Martin Kugler, direttore dell’Osservatorio sulla discriminazione e l’intolleranza religiosa contro i cristiani in Europa e il Cardinale Dominik Duka, arcivescovo di Praga, hanno approfondito alcuni aspetti legati alla questione della secolarizzazione, da un punto di vista filosofico e teologico, e analizzando l’attuale situazione europea, hanno discusso sulle modalità di una maggiore testimonianza di fede in un’Europa secolarizzata.

Le conclusioni dell’indagine, le relazioni e il dibattito che è seguito, hanno permesso di delineare alcuni tendenze generali e definire alcune prospettive di lavoro. In particolare, benché sia comunemente accettata l’idea di laicità come la separazione tra Chiesa e Stato, l’indagine ha tuttavia rivelato che non in tutte le culture, il termine laicità esprime lo stesso concetto, come denota la molteplicità dei termini usati per definirla (neutralità, tolleranza, separazione corretta, benevola, ecc.).

Ciò è dovuto al fatto che il concetto di laicità nei paesi dell’Europa centro-orientale è un concetto importato, estraneo a molte culture locali. Quello che invece è apparso chiaramente è l’identità della fede cattolica che ha sempre puntato su questa separazione tra Chiesa e Stato. Ciò non significa che lo Stato sia disinteressato al fenomeno religioso o che lo Stato debba aver una specie di religione dello stato neutrale e laicista.

I cristiani sono portatori di una speranza, di un’esperienza e contenuto di fede che è interessante per tutti. A più riprese, i vescovi hanno espresso la convinzione che la speranza che reca la Chiesa è qualcosa che il mondo cerca. E questa stessa speranza deve dare ai cristiani, il coraggio di affrontare le situazioni difficili con uno spirito di apertura alle domande delle persone, guardando innanzitutto alla missione evangelizzatrice della Chiesa, la quale, seguendo il Suo Signore, si sente interpellata da tutto quanto appartiene alla vita dell’uomo.

Insomma, per i vescovi una sana laicità garantisce la libertà di annunciare il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa, che è sorgente di quel patrimonio di speranza e di umanesimo alla base del tessuto della civiltà europea.

Nel corso dell’incontro, i vescovi hanno mostrato il loro apprezzamento per il servizio alla Chiesa e alla società che la Missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa e della ComECE svolgono presso le istituzioni europee.

Infine, i partecipanti hanno ricevuto la testimonianza personale di mons. William Shomali, vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme che ha presieduto una veglia di preghiera per la Terra Santa, e di Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri, sulla drammatica situazione del Medio Oriente e in Terra Santa, e la condizione di grande sofferenza dei cristiani, costretti ad abbandonare la loro terra.

Per quanto riguarda la situazione in Siria, i vescovi sperano che le iniziative diplomatiche in corso siano efficaci e che non ci sia ipocrisia tra quelli che dicono voler risolvere il problema. Uniti al Santo Padre, i vescovi chiedono che la via del dialogo sia intrapresa con più decisione e che alla preghiera si uniscono decisioni politiche che portino a un immediato cessato il fuoco e alla fine dell’ingresso di armi nel paese che alimentano la guerra.

La luce e la grazia della liturgia delle ore e dell’Eucaristia quotidiana hanno guidato i lavori che sono culminati con un pellegrinaggio alla cattedrale di Nitra, che custodisce le reliquie di San Cirillo, e un atto di affidamento dell’Europa alla protezione dei Santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa e Apostoli degli Slavi. A testimonianza della ricchezza spirituale e liturgica della Chiesa in Europa, è stata la celebrazione della Divina Liturgia nella cattedrale greco-cattolica di Bratislava, presieduta da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk e animata dalla bellezza dei canti e profondità della preghiera della comunità locale.

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ZENIT Staff

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