Lettura
Il Vangelo di oggi, che descrive il ritorno gioioso dei discepoli, è anticipato dalla spiritualità della diaspora. Qual è il senso dell’esilio? La vittoria sui demòni dell’idolatria, la conversione e la gioia senza fine. Il profeta Baruc (Bar 4,5-12.27-29) infonde coraggio al popolo di Israele e lo invita ad alzare lo sguardo verso l’Eterno! Dio ha lunga memoria: sa attendere al di là di tutti i rifiuti del suo popolo per riabbracciarlo. Della benevolenza di Dio si fa interprete anche Gerusalemme, la madre che ha nutrito tanti figli e li «ha lasciati andare con pianto e dolore». Su tutto prevale l’ottimismo dei veri penitenti. Al peccato c’è rimedio sempre: la via del ritorno, una nuova passione nel ricercare Dio, la salvezza e la gioia perenne.
Meditazione
Entro nella gioia dei settantadue discepoli (Lc 10,17-24), che hanno sottomesso i demòni nel nome di Gesù, portando a compimento la missione dell’annuncio della lieta novella; entro nella gioia del Figlio di Dio, che, dopo aver visto la caduta di Satana e dei demòni, rende lode alla benevolenza del Padre; entro nella gioia dei piccoli, a cui sono rivelati i segreti del Regno; entro nella gioia dei discepoli che vedono e ascoltano il Verbo di Dio fatto carne, compimento di tutte le attese di Israele e dell’umanità. La mia giornata sarà illuminata da questa gioia multiforme, che “nulla può danneggiare”: è la gioia di chi sa che il suo nome è scritto nei cieli. Non ho paura di abbandoni o sconfitte, sono prezioso agli occhi del Padre e questo mi basta. Anch’io sono avvolto dall’esultanza di Gesù nello Spirito Santo e lodo con Lui il Padre perché continua a sconvolgere la logica umana: rivela ai piccoli il mistero del suo amore. Tutti i piccoli della storia saranno nel mio cuore, in questa giornata. Contemplo Gesù che continua a rivelare il Padre nelle mille pieghe della storia umana. Anch’io posso testimoniare la beatitudine di chi ha visto e udito Colui che ogni occhio e ogni orecchio attendono. Ecco il mio grato sì al Padre, che mi vuole strumento umile e gioioso dell’annuncio dei “pensieri del suo cuore”. Ripensando al dono del Concilio Vaticano II, guardo il mondo con la tenerezza di Dio, che vuole felici tutti gli uomini, chiamandoli alla conversione da ogni forma di diaspora idolatrica. Invoco anche per l’umanità di oggi la “carezza di Dio”, che ha avvolto Maria e che continua a raggiungere tutti i piccoli dell’umanità con la dolcezza dello Spirito di Gesù.
Preghiera
«Signore, metti nel cuore di chi sta lontano una profonda nostalgia di te, asciuga le lacrime di tanta gente che non ha il coraggio di piangere davanti agli altri. Ristora la loro stanchezza, liberali dalla paura di non farcela più, riempi di amicizie discrete la loro solitudine» (don Tonino Bello).
Agire
Cercherò di contemplare negli altri la carezza di Dio.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it