“I dati presentati dall’annuale relazione al Parlamento sulla Legge 40 mettono in evidenza come, a una maggiore liberalizzazione delle tecniche, non corrisponda affatto un miglioramento dei risultati ottenuti e pone all’attenzione di tutti almeno tre aspetti di criticità”, commentano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell’Associazione Scienza & Vita.
“In primo luogo, l’aumento delle coppie che si rivolgono alle tecniche di Pma ripropone in tutta la sua urgenza il problema dell’aumento dell’infertilità maschile e femminile, per risolvere il quale è necessario attuare a monte al più presto politiche sociali e sanitarie, puntando sulla prevenzione, unica vera ed efficace cura per queste problematiche.
In secondo ordine, la diminuzione dei bambini nati da fecondazione in vitro ci segnala l’importanza di un attento e costante monitoraggio dei centri e delle tecniche utilizzate, poiché è in gioco la salute delle donne e dei loro figli.
Infine, è da sottolineare il dato allarmante che viene dall’incontrollato aumento degli embrioni crioconservati, effetto diretto della sentenza della Corte Costituzionale del 2009. Ne sono stati censiti ben 18mila: l’equivalente di una media città di provincia. E le previsioni in tal senso non possono che prevedere un ulteriore aumento di ‘vite sospese’: esseri umani cui non viene data la possibilità di svilupparsi ma restano crioconservati a tempi indefiniti”.