Dopo aver lasciato il municipio di Rio de Janeiro, dove è avvenuta la consegna delle chiavi della città e la benedizione delle bandiere olimpiche, papa Francesco si è trasferito in automobile presso la Comunità di Varginha.
Si tratta di una comunità inserita in una favela “risanata” lo scorso anno, dopo una serie di operazioni di lotta al narcotraffico e di promozione sociale.
Al suo arrivo, intorno alle 11 del mattino, il Papa è stato accolto dal parroco, dal vicario episcopale e dalla superiora delle Suore della Carità. Si è quindi recato nella piccola chiesa intitolata a San Gerolamo Emiliani, all’interno della quale sono presenti alcuni membri della comunità parrocchiale.
Dopo un momento di preghiera, il Santo Padre ha benedetto il nuovo altare e ha offerto un dono per la parrocchia, poi ha raggiunto a piedi il campo di calcio dove si trova riunita la Comunità. Lungo il percorso si è fermato a visitare la casa di una famiglia.
Dopo aver ricevuto il saluto dei coniugi Rangler e Joana, a nome di tutta la Comunità, papa Francesco ha pronunciato il suo discorso di ringraziamento. “Fin dall’inizio, nel programmare la visita in Brasile, il mio desiderio era di poter visitare tutti i rioni di questa Nazione”, ha detto il Pontefice.
“Avrei voluto bussare a ogni porta – ha aggiunto – dire “buongiorno”, chiedere un bicchiere di acqua fresca, prendere un “cafezinho” o un bicchiere di cachaça, parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno, dei genitori, dei figli, dei nonni…”.
In considerazione dell’enorme estensione del paese, il Santo Padre ha quindi scelto di visitare simbolicamente una famiglia, rappresentativa di tutti i quartieri brasiliani.
Francesco ha manifestato apprezzamento per l’accoglienza ricevuta in questi primi giorni di GMG. “Ed è importante saper accogliere; è ancora più bello di qualsiasi abbellimento o decorazione”, ha commentato.
Condividere del tempo e del cibo con qualcuno, ha osservato il Papa, è sempre un momento di arricchimento umano. “E voi lo fate con amore, mostrando che la vera ricchezza non sta nelle cose, ma nel cuore!”, ha detto rivolto ai brasiliani.
Di seguito il Santo Padre ha rivolto un appello “alle autorità pubbliche e a tutti gli uomini di buona volontà impegnati per la giustizia sociale: non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Nessuno può rimanere insensibile alle disuguaglianze che ancora ci sono nel mondo!”.
Ha quindi esortato al rifiuto della “cultura dell’egoismo” e all’apertura alla “cultura della solidarietà”, la sola che può costruire “un mondo più abitabile”. Il Pontefice ha poi incoraggiato “gli sforzi che la società brasiliana sta facendo per integrare tutte le parti del suo corpo, anche le più sofferenti e bisognose, attraverso la lotta contro la fame e la miseria”.
Una società che “mette ai margini” una parte di se stessa è destinata ad impoverirsi. Al contrario “solo quando si è capaci di condividere ci si arricchisce veramente; tutto ciò che si condivide si moltiplica!”. La “grandezza di una società” si misura in base a come “essa tratta chi è più bisognoso”, ha aggiunto.
Citando il Documento di Aparecida, il Papa ha ricordato che la Chiesa è “avvocata della giustizia e difensore dei poveri contro le disuguaglianze sociali ed economiche intollerabili che gridano al cielo” (n°395).
Il mondo è affamato di pane, tuttavia “c’è anche una fame più profonda, la fame di una felicità che solo Dio può saziare”. Ogni nazione si regge, pertanto, su una serie di “beni immateriali” che sono dei veri e propri “pilastri”: la vita, la famiglia, l’educazione integrale, la salute e la sicurezza.
“La vita, che è dono di Dio, valore da tutelare e promuovere sempre; la famiglia, fondamento della convivenza e rimedio contro lo sfaldamento sociale; l’educazione integrale, che non si riduce ad una semplice trasmissione di informazioni con lo scopo di produrre profitto; la salute, che deve cercare il benessere integrale della persona, anche della dimensione spirituale, essenziale per l’equilibrio umano e per una sana convivenza; la sicurezza, nella convinzione che la violenza può essere vinta solo a partire dal cambiamento del cuore umano”, ha spiegato il Santo Padre.
Ai tanti giovani presenti, il Papa ha raccomandato l’atteggiamento da tenere di fronte alle ingiustizie e alla corruzione: “Non scoraggiatevi mai, non perdete la fiducia, non lasciate che si spenga la speranza”.
Forti dell’accompagnamento spirituale della Chiesa, i giovani non dovranno mai “abituarsi al male” ma impegnarsi per “vincerlo con il bene”, fiduciosi che “la realtà può cambiare” e che “l’uomo può cambiare”.
A conclusione dell’incontro, papa Francesco ha detto rivolto agli abitanti della Comunità di Varginha: “Non siete soli, la Chiesa è con voi, il Papa è con voi”.