Chiamati alla vera grandezza

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura

Gesù fa comprendere la via che porta alla vera grandezza e libera dall’ambizione che può corrompere l’apostolato. Giacomo seguì la via indicata con fedeltà. Fu il primo tra i Dodici a morire martire. 

Meditazione

Quando scopriamo di essere semplici “vasi di creta”, che però contengono un tesoro, non si avrà più paura della debolezza perché rivestiti di potenza. Sarà anche legittima, sotto il profilo umano, la richiesta della madre dei figli di Zebedeo, di vederli collocati in ruoli di prestigio nel regno di cui sente parlare, ma il Maestro Gesù, che educa alla verità ed apre al dono della vita, spiega la non opportunità di questo desiderio, perché in contrapposizione con il progetto evangelico. Viene superata la mentalità dell’apparenza e della funzionalità per introdurre quella dell’essenzialità, dell’autenticità, dell’amore fino al dono di sé per l’edificazione di un regno che non è di questo mondo, ma che viene preparato sin da quaggiù. Il discepolo deve abbandonare i suoi progetti. Si mette in ascolto della Parola del Maestro col desiderio di seguirla per diventare simile a Lui. La reazione degli altri, piena di gelosia, rivela che questi non sono diversi da Giacomo e Giovanni. Gesù non li rimprovera ma, con pazienza, li corregge e li educa con amore per renderli uomini nuovi. Nel regno di Dio non prevale la logica del potere, che porta al dominio e all’oppressione. Lapidaria la sua dichiarazione programmatica: tra voi non sarà così. Un mondo nuovo appare all’orizzonte. Il grande si farà servitore, il primo si farà schiavo. Non è masochismo né annullamento della personalità, è una scelta di campo, una scelta di amore che apre al servizio per costruire con tutti e per tutti il bene comune e quello definitivo, per comprendere il primato di Dio, davanti al quale ogni uomo è fratello, per evitare ogni emarginazione, per rendere protagonisti anche i deboli. Il forte è grande quando sostiene il fragile, per crescere insieme, nella logica del Figlio dell’Uomo, il vero grande, che è venuto non per farsi servire ma per servire e dare la vita in riscatto. Questo significa bere il calice. Giacomo assume lo stesso calice bevuto da Gesù. La sua vita, come quella del Signore, è stata spesa per gli altri. Questo gli aveva chiesto Gesù, questo ha realizzato sino alla fine, portando a termine la missione ricevuta. È l’amore che rende grande l’uomo. 

Preghiera

Signore, hai convertito Giacomo al tuo stile di amore e lo hai reso grande. Converti anche me per essere capace di fare mio il tuo stile di vita per essere pronto anch’io a bere  il tuo calice. 

Agire

Mi saprò adoperare per ogni servizio di carità verso il fratello nella consapevolezza che questa è la strada della grandezza nella logica del Salvatore. 

Meditazione del giorno a cura di mons. Rocco Talucci, arcivescovo emerito di Brindisi-Ostuni, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti:
info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione